Economia

Grecia messa in quarantena dai paesi vicini

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ATENE (WSI) – Alle divisioni delle banche greche con sedi all’estero è stato chiesto di azzerare l’esposizione al debito ellenico. Le nazioni confinanti o vicine alla Grecia stanno a tutti gli effetti mettendo in quarantena Atene per salvarsi la pelle.

Il giro di vite sul settore bancario greco avviene all’unisono. Secondo quanto riporta il quotidiano Kathimerini, le banche centrali dei paesi europei dell’area sud est (Albania, Bulgaria, Cipro, Romania, Serbia, Turchia e Repubblica di Macedonia) in collaborazione con il meccanismo di supervisione della Bce SSM (Single Supervisory Mechanism) hanno chiesto alle banche locali di eliminare l’esposizione sui titoli greci al fine di proteggerle in caso di un “greek accident” e scongiurare un contagio.

Le banche saranno obbligate a ridurre a zero i rischi rappresentati dagli investimenti in bond, depositi bancari, prestiti e altre attività che potrebbe essere colpite nel caso in cui la crisi greca dovesse precipitare. L’obiettivo è minimizzare i pericoli di un contagio se le trattative tra i creditori dell’area euro e il governo greco non dovessero dare frutti.

Resa necessaria dalla retorica aggressiva dell’esecutivo, in particolare poco dopo la sua elezione, e della Germania. Il governo Tsipras ha chiesto una ristrutturazione del debito osservando che non potrà mai essere ripagato e che non intende più rispettare gli accordi presi con la troika, perché si sono rivelati.

La decisione è un segnale di come i paesi vicini alla Grecia ritengono ormai che un default sia imminente e stanno di conseguenza facendo comprensibilmente il possibile per mettere al sicuro i propri sistemi finanziari.

E ora lo stesso ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, avverte sulla riunione dell’Eurogruppo in calendario il prossimo giovedì, 24 aprile. “Non c’è mai stata una data chiave. Dobbiamo valutare tutto nel suo complesso. Il 24 non ci sarà una soluzione, ci sarà progresso”. Per una volta Varoufakis sembra essere d’accordo con il suo omologo tedesco Wolfgang Schaeuble, che ha affernmato che “non c’è alcuna aspettativa su una soluzione dei problemi greci, nell’arco delle prossime settimane”, aggiungendo che “nessuno ha idea di come risolvere l’impasse greca”.

Parlando a Washington, Schaeuble ha detto che la Grecia versa in una “situazione molto difficile” e ha criticato nuovamente il governo di Atene, responsabile a suo avviso di infliggere danni all’economia del paese. “Non c’è alcuna aspettativa su una soluzione dei problemi greci, nell’arco delle prossime settimane”.

Varoufakis ha incontrato il presidente americano Barack Obama alla Casa Bianca, la scorsa notte; la stampa greca commenta l’incontro e afferma che i due leader hanno scambiato le rispettive opinioni “in un clima positivo”, con Obama che ha manifestato preoccupazione sulla possibilità che si verifichi “un incidente” nel caso in cui un atteggiamento flessibile non fosse mostrata da tutte le parti, in particolare da Atene.

Dal canto suo, in un’intervista rilasciata al Financial Times, il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici ha detto che “abbiamo bisogno di un accordo con la Grecia entro il prossimo 11 maggio”.

In marzo è proseguita la fuga dei depositi dalle banche. In marzo altri 5,27 miliardi di euro sono stati prelevati dai conti correnti. Le passività complessive del settore finanziario, a cui Draghi ha garantito assistenza d’emergenza tramite il canale di finanziamento ‘Ela’ (Emergency Liquidity Assistance), ora si attestano a 96,427 miliardi di euro.

(DaC)