Economia

Grecia “collaborerà con l’Europa non la troika”

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ATENE (WSI) – Il capo dell’Eurogruppo ha fatto un’apertura alla Grecia e al suo nuovo governo anti austerity che chiede più tempo per ripagare il suo enorme debito.

Dijsselbloem ha però bacchettato il nuovo governo Tsipras, dicendo che le “iniziative unilaterali non faranno fare progressi”. Nella conferenza stampa congiunta, il falco ha sottolineato che l’intenzione delle autorità dell’area euro è di lasciare alla Grecia “riguadagnare l’indipendenza economica”, ma senza rinunciare ai progressi fatti negli ultimi anni nel paese.

Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha mandato un messaggio chiaro ai partigiani del rigore di bilancio, dicendo che la Grecia non ha “alcuna intenzione di collaborare con la missione della troika” e che coopererà con le autorità europee e non con i creditori internazionali.

Sui mercati la tensione sale. Le divergenze tra la Grecia e l’UE sul piano di aiuti – al no alla troika della Grecia si uniscono le critiche dell’Eurogruppo alle iniziative unilaterali – innervosiscono gli investitori. I bond greci estendono i cali e il tasso a tre anni sale sopra il 19%.

Eurozona e Grecia decideranno prima della fine del programma di aiuti, che scade in febbraio, cosa succederà dopo. L’economista di stampo marxista dice di essere sicuro che “troveremo un accordo produttivo e efficace per gli interessi della Grecia e dell’Eurozona”.

Il governo anti austerity ha assicurato che andrà avanti con le riforme. “Gli ho fatto capire la nostra determinazione nel portare avanti le riforme che sono necessarie da anni”.

Le parole pronunciate nelle ultime uscite dal ministro dell’Economia greco, prima dell’avvio dei negoziati con l’Europa, sono state in realtà più moderate del previsto.

“Tutto ciò che chiediamo – ha dichiarato Varoufakis – è un’opportunità per mettere in piedi una proposta che minimizzerà i costi degli accordi presi con i creditori, per dare al nostro paese una chance di tornare a respirare dopo politiche che hanno creato una povertà sociale enorme”.

In passato il docente di economia aveva definito le misure di rigore imposte dalle autorità europee un “waterboarding fiscale” e aveva chiamato il piano di aiuti internazionali un “errore tossico”.

Dopo l’assaggio di ieri con Martin Schulz, presidente del Parlamento Ue, oggi arriverà il primo appuntamento veramente importante sotto il piano delle trattative politiche per il neo premier greco Alexis Tsipras. Il leader del partito di sinistra radicale Syriza riceverà ad Atene il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem.

L’esecutivo greco, che punta a un taglio del suo debito legato a un piano di salvataggio di 240 miliardi di euro, è stato gelato ieri nelle sue aspettative dalle esternazioni di alcuni esponenti politici europei e tedeschi, come Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea e Sigmar Gabriel, vicecancelliere tedesco. Ieri, intanto, la Borsa di Atene ha chiuso in rialzo del 3,2% dopo un crollo del 9,24% del giorno precedente.

Nell’attesa dell’incontro con Dijsselbloem, il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis ha detto di sperare che i colloqui “possano portare a un accordo fattibile ed esauriente per ricostruire la nostra economia sociale”.

Sarà lo stesso Varoufakis ad avviare la settimana prossima un tour per le capitali europee, fra queste Roma, Londra e Parigi, alla ricerca di sostegno per la nuova politica greca.

Dalla Germania arrivano aperture ma sempre alle solite condizioni. Secondo Martin Jaeger, portavoce del ministero delle Finanze tedesco, l’estensione degli aiuti ha senso solo se Atene farà le riforme strutturali richieste.

Dagli Usa arriva il commento di Fitch: l’esito elettorale non cambia la visione secondo cui Atene raggiungerà un accordo con la Troika, ma sottolinea l'”alto rischio” che il protrarsi e la difficoltà di negoziati altamente incerti possano portare ad una riduzione della fiducia e della liquidità nell’economia greca.

L’agenzia di rating nota inoltre che la proposta del governo Tsipras di bloccare o ritardare riforme già concordate, per quanto limitate, potrebbe compromettere i rapporti con i creditori. Pochi giorni fa S&P aveva declassato l’outlook a negativo.

(DaC)