Società

Governo: “Nessuna manovra aggiuntiva”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Le indiscrezioni relative a “presunte manovre aggiuntive” sono “infondate”. È quanto affermano fonti di palazzo Chigi che “smentiscono decisamente ogni ipotesi di presunte manovre aggiuntive, rimbalzate oggi su alcuni organi di stampa. Si tratta di notizie infondate”.

In un editoriale pubblicato da “Il Giornale” Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ha scritto che “sul piano economico il calendario è serrato e drammatico: tra giugno e luglio, quando la Commissione europea dell’ottava legislatura si sarà insediata, ma con anticipazioni già il 5 maggio, l’Italia rischia la prima bocciatura sul Def, con tanto di risposta negativa sul rinvio del pareggio di bilancio strutturale al 2016, e con conseguente esplicita necessità di manovra correttiva”.

“Se, poi in autunno non vara la manovra correttiva, l’Italia rischia l’apertura di una procedura di infrazione per deficit e per debito eccessivo. Ancora in autunno: se dopo gli stress test estivi della Bce su 15 banche italiane l’Europa chiederà di ricapitalizzare i nostri istituti di credito, non solo il mercato, ma anche il governo dovrà fornire le risorse necessarie, e gli stessi 10 milioni di italiani che a maggio riceveranno gli 80 euro, a breve rischiano di doverli restituire”.

“Sorte ancor peggiore attende gli altri 31 milioni di italiani esclusi dal bonus mensile. Renzi azzarda sicurezza, a parole”, inoltre “l’effetto sulla crescita è sostanzialmente nullo. L’occupazione non migliorerà come non migliorerà il Pil, sia per l’irrilevanza quantitativa macroeconomica tanto del bonus Irpef quanto dello sgravio Irap, sia perché l’effetto di domanda verrà compensato dai tagli della spesa pubblica, o dall’aumento di altre tasse, necessari a finanziarli”.

“Oppure, ancor più grave, l’effetto sarà negativo per il semplice motivo che i limiti quantitativi dei bonus fiscali sono ben definiti (come lo sono i beneficiari), mentre è ancora vaga l’entità e la composizione dei tagli di spesa e soprattutto i destinatari delle punizioni promesse e vagheggiate – conclude – dal nostro battagliero premier”.

***

Nessuna manovra correttiva, anche perché ci sono i risparmi della revisione della spesa che nel 2015 andranno rafforzati, e attesa per il responso europeo sul programma economico del governo. Mentre il ministro dell’Economia è impegnato in un tour nelle capitali europee, prima Parigi poi Londra, è palazzo Chigi a sgombrare il campo sui conti pubblici dopo che si sono rincorse sulla stampa le ipotesi, peraltro ventilate più volte, della necessità di una manovra correttiva: la smentita è decisa, e anzi, le voci rimbalzate altro non sono che “notizie infondate”.

Giusto ieri il premier aveva anzi assicurato che per il decreto Irpef c’era “non una coperta, un piumone…”, garantendo anche una “bella sorpresa a fine anno” visto che il rigorosissimo Padoan ha tenuto basse tutte le stime. Stime che ora sono al vaglio di Bruxelles, che già il 5 maggio darà un primo responso sui numeri contenuti nel documento di economia e finanza targato Renzi-Padoan: “Aspettiamo il responso su Def e coperture – ha detto il titolare di via XX Settembre nella sua tappa parigina – mi pare prematuro parlare di problemi e posso dirvi che se ci saranno problemi, ci saranno anche le soluzioni”.

Il ministro ha poi ribadito l’impegno del governo sulla revisione della spesa, ribadendo che nella legge di stabilità per il 2015 “l’iniziativa di spending review va rafforzata ed estesa”.

Altro capitolo quello della lotta all’evasione, una delle “priorità” del semestre europeo a guida italiana: l’Italia “sostiene pienamente” le iniziative per la lotta all’evasione, ha sottolineato Padoan, e combattere questi fenomeni, ha aggiunto “può portare a un diretto beneficio per i cittadini, allargando la base imponibile e quindi portando in prospettiva a una riduzione del fardello fiscale”. Per questo, “è parte integrante della strategia di crescita europea”.

Quanto alla Tobin Tax, la tassa sulle transizioni finanziarie su cui sta lavorando l’Europa il ministro si è augurato “di ottenere uno statement comune nell’Ecofin della prossima settimana”. Anche questa questione sarà ovviamente in primo piano nel semestre di presidenza italiano, ha aggiunto, ma “se riusciamo a concludere qualcosa prima, tanto meglio”.