(Teleborsa) – Goldman Sachs chiude un affare d’oro. Il colosso finanziario statunitense infatti “cuce” la bocca alla SEC, obbligandosi a pagare una maxi-multa dai 550 milioni di dollari per chiudere una spinosa causa per un’accusa di frode. Penalità o affare? La seconda sembrerebbe essere la risposta giusta, dato che Goldman evita così qualsiasi ricaduta di reputazione e la pubblicità dei dettagli relativi alla sua dubbia condotta. Le accuse erano relative alle scarse informazioni sui rischi fornite nei prospetti relativi alla vendita di alcuni strumenti finanziari, i CDO Abacus. Un’altro aspetto appare molto interessante. La multa inflitta alla banca d’affari americana, nei numeri, sembra piuttosto imponente, ma che dire del suo rapporto rispetto agli utili della società, che ha chiuso il bilancio dello scorso anno con un profitto di oltre 12 miliardi di dollari? L’incidenza non sarebbe neanche del 5% ed anche minore se si considera la prospettiva di un aumento degli utili nel 2010. Il primo trimestre si è chiuso con un risultato netto di 3,46 mld di dollari, raddoppiato rispetto al 2009, ed ora si aspettano i conti del secondo trimestre, in agenda per martedì. L’attento mercato statunitense ha così premiato il deal, facendo schizzare il titolo Goldman Sachs del 5% nella sessione after hours della borsa americana, considerando sia il moderato impatto sui conti che le positive ricadute in termini di maggior certezza sull’andamento dei corsi azionari.
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