Società

Giunta Raggi perde altro pezzo: alla deriva tra insulti e dimissioni

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ROMA (WSI) – Ancora guai per la sindaca di Roma Virginia Raggi che dopo l’assessore al bilancio, perde un altro pezzo della sua giunta, il ragioniere generale Stefano Fermante che ha presentato le dimissioni.

Già la situazione del Comune era abbastanza confusa dopo che Raggi aveva deciso la revoca dell’ex procuratore della Corte dei Conti, Raffaele De Dominicis licenziato dopo neanche 24 ore con un post su Facebook tanto che, dopo il rifiuto anche del giudice contabile Salvatore Tutino, la sindaca aveva deciso di assumersi la responsabilità sia del Bilancio che del patrimonio e delle partecipate. E dall’entourage della sindaca fanno sapere:

“Stiamo riconsiderando alcuni curricula che inizialmente avevamo scartato per un eccesso di rigidità”.

Una situazione confusionaria come ha sottolineato ormai ex ragioniere generale Stefano Fermante sfogandosi con alcuni suoi collaboratori:

“Io sono completamente isolato, lavoro senza un indirizzo politico, visto che l’assessore al Bilancio si è dimesso il primo settembre e la sindaca in tutto questo tempo non ha mai voluto incontrarmi. Ma nella situazione in cui versa il Campidoglio i rischi sono troppo alti: i conti sono peggiorati, io sto in prima linea, esposto a critiche spesso feroci, senza che nessuno mi dica cosa fare. Una responsabilità enorme, che non posso sopportare da solo”.

Una dichiarazione questa di Fermante che trova confermate nelle parole della deputata grillina Roberta Lombardi:

“Roma, per come l’abbiamo ricevuta noi, era al predissesto, lo testimonia un documento di fine maggio trasmesso al commissario Tronca (…) adesso c’è bisogno di un’azione virtuosa, anche perché ereditiamo un debito storico di svariati miliardi. È una sfida molto seria (…) Ma come ha detto Beppe vigileremo sull’operato della sindaca Virginia Raggi affinché applichi il programma per il quale il M5s è stato eletto nella capitale”.

Negli ultimi giorni aveva fatto parlare l’ennesimo caso esploso nella Giunta: quello di Salvatore Tutino, consigliere della Corte dei Conti, accusato di far parte della Casta da esponenti grillini, incluso Roberto Fico.

Tutino, nel corso di un’intervista rilasciata ad AdnKronos, aveva parlato di_

“accuse totalmente infondate e prive di ogni elemento di verità. Avevo dato la mia disponibilità consapevole delle difficoltà e dei rischi che l’impegno avrebbe comportato. Ma pensavo a difficoltà legate all’impegnativo lavoro che mi sarei trovato ad affrontare come assessore al bilancio della Capitale. Invece da diversi giorni sono sulla graticola sottoposto a esami surreali. Sono diventato oggetto di una contesa in cui, più che i curricula, contano le illazioni e dove le falsità e le beghe di una certa politica fanno aggio su professionalità e impegno. Gli attacchi, del tutto ingiustificati, da parte di esponenti della forza politica che dovrà sostenere le scelte della giunta, minano alla base ogni possibilità di un proficuo lavoro. Perciò, nel ringraziare la sindaca per la considerazione, ritiro la mia disponibilità a fare l’assessore al bilancio. Continuerò, con serenità e rinnovato impegno, a dare il mio contributo alla Corte dei conti”.

Fonte: Repubblica