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L’Unione cristiano-democratica di centro ha vinto le elezioni tedesche del 23 febbraio con il 28,6% dei voti e il leader della CDU Friedrich Merz è pronto a diventare il prossimo Cancelliere e il suo primo compito sarà quello di formare un governo di coalizione. Quali le implicazioni sui mercati e sugli investimenti? A fare il punto è Amundi.
Dax trascianto dagli utili delle aziende tedesche
Per quanto riguarda i mercati azionari, l’indice DAX delle blue chip tedesche ha avuto un buon rialzo negli ultimi 12 mesi, superando le altre principali borse europee e persino l’S&P500, con un rendimento totale di circa il 30% scrivono gli esperti.
“Il rally è avvenuto nonostante le ben note difficoltà economiche interne ed è stato trainato da questioni specifiche legate a singoli titoli, dall’esposizione settoriale all’interno dell’indice (il 40% dell’indice è rappresentato da soli quattro titoli) e dalla significativa esposizione ai ricavi globali dei membri dell’indice (l’80% delle vendite dei membri del DAX è generato al di fuori della Germania)” scrivono. Ma nonostante questa ottima performance, “l’indice rimane correttamente valutato, sia rispetto alla sua storia che ad altri mercati, a 13,7 volte gli utili futuri. Inoltre, le stime di consenso prevedono una crescita dell’utile per azione dell’11% per il DAX nei prossimi 12 mesi, superiore all’8% previsto per il mercato europeo in generale e non troppo lontano dal 13% previsto per il mercato statunitense”.
Secondo Amundi, “l’attenzione degli investitori si concentrerà ora sulle possibilità di una riforma del freno al debito pubblico e sulla volontà del nuovo governo di istituire un fondo speciale incentrato sulla difesa e possibilmente sulle infrastrutture. Sarà interessante anche la sua capacità di ridurre la tassazione sulle aziende e di alleggerire l’onere normativo che grava sulle imprese”.
A beneficiare di un simile risultato sarebbero “le aziende orientate al mercato interno (i titoli a piccola e media capitalizzazione hanno una maggiore esposizione interna), delle aziende più cicliche e in particolare di quelle esposte a un potenziale aumento della spesa per infrastrutture e difesa. Più in generale, i negoziati di coalizione che suggeriscono la possibilità di attuare riforme chiave sarebbero positivi per l’economia europea in generale e per i mercati azionari regionali”.
Le implicazioni per il Bund
Passando ai titoli di Stato, i due motivi principali per essere cauti riguardo al debito tedesco nei portafogli obbligazionari globali prima delle elezioni sono ancora saldamente in atto” scrive Amundi. Questi motivi sono da una parte, “i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi sono i più bassi della zona euro e tra i più bassi in Europa, quindi vi sono valutazioni più interessanti su altri mercati”. Il secondo è che “la più grande economia europea ha sottoperformato rispetto alle altre e necessita di un significativo impulso fiscale, in particolare sugli investimenti”.
Ciò comporterà l’emissione di più debito in un momento in cui l’offerta globale di titoli di Stato è già molto elevata rispetto al passato e i bilanci delle banche centrali si stanno riducendo anziché crescere. In questo contesto, i rendimenti tedeschi dovrebbero aumentare ulteriormente per diventare più interessanti, soprattutto per le obbligazioni a lunga scadenza. Anche se ciò potrebbe portare a un ulteriore irripidimento della curva dei rendimenti tedeschi, è necessario rimanere agili nel posizionamento sulla parte breve della curva.
“Gli investitori potrebbero, ad esempio, trovare valore nei carry trade che offrono una buona visibilità. Tra i potenziali candidati figurano i titoli di Stato italiani, spagnoli e greci, e possibilmente anche quelli polacchi o ungheresi” conclude Amundi.