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GENERALI-INA: LA UE DA’ IL VIA LIBERA ALLA FUSIONE

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La Commissione europea ha dato il suo consenso all’operazione di acquisizione dell’Ina da parte delle Generali. Ma il via libera alla Compagnia di Trieste è subordinato a una serie di condizioni.

Fra queste, la cessione della quota di Generali (6,56%) in Fondiaria. Immediatamente il titolo della Compagnia fiorentina è schizzata in alt a Piazza Affari, tanto che è stato sospeso per eccesso di rialzo. Al momento della riammissione il guadagno è stato pari all’11,68%. In crescita risultano tutti gli altri titoli dei soci di Fondiaria. Al contrario, su Generali non si riscontra interesse.

Il leone triestino dovrà anche cedere il controllo di Prime Augusta Vita, Casse e Generali Vita, Aurora, la partecipazione di Ina in Banco Napoli e in Bnl Vita. A conti fatti, l’autorizzazione della Ue comporterà la riduzione della quota di mercato di Generali-Ina nel ramo vita in Italia di 7-8 punti percentuali, quindi al di sotto del 30%. La Commissione spiega il perché delle condizioni restrittive con la necessità di non creare una posizione dominante nel nostro Paese.

Ora, per venire incontro alle richieste di Bruxelles, Generali dovrà sciogliere i cosidetti ”inter- locking directorship” del Consiglio di amministrazione e dell’esecutivo Ina, nonche’ del proprio comitato esecutivo.

Del comitato esecutivo di Generali non potranno far parte membri che abbiano funzioni o cariche sociali in altre imprese assicurative italiane, o che siano membri di società che controllino direttamente o indirettamente Compagnie assicurative diverse dalle stesse Generali-Ina.

In base agli stessi impegni, i membri del Cda Generali che ricoprono incarichi in Axa France, Fondiaria, Winterthur, Compart, Minerva Vita, non potranno essere designati membri dell’esecutivo Generali. Analogo principio riguarda l’Ina. Generali infatti non potrà nominare nel Cda o nell’esecutivo della Compagnia romana membri che ricoprano cariche sociali o operative in imprese assicurative esterne al gruppo Generali-Ina o nelle loro controllanti.

In questo senso una nota della Ue ricorda che Franzo Grande Stevens, Luigi Arcuti, Sandro Molinari si sono già dimessi dal Cda dell’Ina.