Geab: nascita di super-stati sovrani non promette nulla di buono

di Alberto Battaglia
22 Aprile 2016 07:48

NEW YORK (WSI) – La cooperazione internazionale non sta vivendo, da tempo ormai, momenti particolarmente armoniosi e i terremoti politici che stanno interessando i vertici di molti Paesi (come in Brasile, Venezuela o Sudafrica) pongono seri interrogativi sulla direzione verso la quale virerà l’ordine globale, le cui sfide in campo economico e geopolitico non stanno affatto diminuendo.

L’ultimo Global european anticipation bulletin (Geab) sullo stato dell’arte della politica internazionale, pubblicazione storicamente legata alla figura di Franck Biancheri, mette in evidenza come“al di fuori dell’Europa […] la speranza di un mondo multipolare fondato su grandi regioni che integrino il mondo intero [stia] scomparendo. Stiamo sì assistendo all’ascesa di un mondo multipolare, ma è composto da super-Stati che conducono politiche regionali sempre più chiaramente egemoniche”.

Queste dinamiche sono osservabili a partire dagli Stati Uniti, che puntano a restaurare la loro l’influenza in Europa, come testimoniato dalla risoluzione conflittuale della questione ucraina, e in America meridionale. La Russia (e questo risulta evidente anche nelle cronache della stampa occidentale) lavora alacremente per mantenere intatta la sua influenza sull’Europa orientale, cui si aggiungono gli interessi difesi in Siria, al fianco del presidente Bashar Al-Assad.

Se si parla di egoismi da parte europea, il Geab sottolinea, più che l’involuzione nazionalistica dei confini in risposta alla crisi migratoria, il sogno “di una certa Europa” per la costruzione di “una gigantesca zona di influenza costituita da paesi sottomessi che si offrono alle imprese dell’Europa occidentale in cambio della liberalizzazione dei visti”. La Cina, da parte sua, cerca di allargare la zona di sicurezza, innalzando la pressione nel mar cinese meridionale che rischia di militarizzarsi sempre di più.

“Questo rafforzamento di poli nazionali, anziché di poli regionali, è accompagnato da una crescente ideologizzazione di ognuno di questi mega-attori”, prosegue il Geab, che vede nell’elemento ideologico un ingrediente importante per la prossima “crisi sistemica globale”.

Ciascuno degli attori principali sulla scena mondiale tende a legittimare il proprio modello di gestione del potere, allontanando la possibilità di una feconda cooperazione internazionale. “E’ chiaro che l’emergere di super-Stati dagli interessi ormai apertamente in competizione e che costruiscono ideologie polarizzanti non promette niente di buono”.