Società

Francia, un altro giorno di guerriglia urbana contro la riforma del lavoro

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

La sesta giornata di proteste organizzata in poco più di due mesi per contestare la riforma del codice del lavoro si è conclusa ieri in Francia. Come in altre occasioni non sono mancati gli scontri fra i manifestanti e le forze dell’ordine, a Parigi e in altre città francesi. Secondo il ministero dell’Interno la partecipazione è stata di 68mila persone in tutto il Paese, mentre la stima del sindacato Cgt è invece di 220mila. Il 12 maggio il “Jobs Act francese” è stato approvato per decreto, evitando il voto del parlamento: un atto molto forte da parte del governo che ha sfruttato un articolo della Costituzione raramente chiamato in causa. I sindacati chiedono il ritiro della riforma del mercato del lavoro che, fra le altre cose, introduce vincoli meno stringenti sui licenziamenti illegittimi.
A Parigi 11-12 mila persone (55mila secondo la Cgt) hanno sfilato in segno di protesta; fra loro dodici sono state arrestate in seguito agli scontri, durante i quali la polizia ha fatto ampio uso di proiettili assordanti e di gas lacrimogeni. Ieri mattina il presidente francese, Francois Hollande ha assicurato che “non cederà” e che la legge non verrà mai ritirata.

Altre città segnate dalle proteste sono state, ordinate per numero di partecipanti alle manifestazioni: Nantes, Marsiglia, Tolosa, Lione, Montpellier, Rennes e Grenoble. In alcune di queste città la contestazione ha assunto forme violente; cinque i poliziotti rimasti feriti, di cui uno grave.
Il clima teso è stato confermato anche dall’annullamento, da parte della giustizia amministrativa, di nove dei dieci arresti disposti dal prefetto della polizia di Parigi: ai dieci militanti antifascisti era stato impedito di partecipare alle proteste “commettendo una grave violazione alla libertà di manifestare”, ha decretato la magistratura. In totale sono 53 le persone cui è stato impedita la possibilità di unirsi ai cortei tramite arresto, ha fatto sapere il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve.