Economia

Flat tax in Italia: un’utopia fiscale?

La flat tax è un tema dibattuto da tempo in Italia. La proposta di un sistema fiscale semplificato, caratterizzato da un’unica aliquota e una riduzione del carico fiscale, ha suscitato interesse e polemiche. Tuttavia, in una recente audizione alla Commissione Finanze della Camera, la Banca d’Italia solleva dubbi sulla fattibilità di questa misura.

Cos’è la flat tax

La flat tax, o tassa piatta, è una misura fiscale che, contrapponendosi ad un sistema di tassazione progressivo Irpef con aliquote a scaglioni, prevede un’imposizione fiscale uguale per tutti coloro che si trovano sotto una determinata fascia di reddito stabilita dalla legge. Attualmente in Italia non è applicata a pieno regime, ma con le Leggi di Bilancio del 2019 e del 2020 è stata introdotta una forma di flat tax riservata alle partita Iva, con un’aliquota al 15% per i redditi fino a 65 mila euro.

Le critiche di BankItalia alla flat tax

Giacomo Ricotti, capo del servizio assistenza e consulenza fiscale della Banca d’Italia, sottolinea la necessità di coperture adeguate per la delega fiscale. Molti degli interventi previsti comporteranno perdite di gettito, e al momento sono previste coperture solo per il superamento dell’Irap attraverso la nuova sovraimposta all’Ires. Secondo Ricotti, non è ancora chiaro quali incentivi fiscali saranno razionalizzati e quale sarà l’entità delle risorse recuperate.

Tuttavia, la critica principale della Banca d’Italia riguarda la realizzabilità della flat tax in un paese con un ampio sistema di welfare e vincoli di finanza pubblica. Secondo Ricotti, il modello proposto potrebbe risultare poco realistico. Gli effetti redistributivi della misura andrebbero attentamente valutati, e nel frattempo, l’estensione dei regimi sostitutivi potrebbe ridurre l’equità del sistema. Come dichiarato:

“Il modello prefigurato dalla delega fiscale come punto di arrivo, un sistema ad aliquota unica insieme a una riduzione del carico fiscale, potrebbe risultare poco realistico per un paese con un ampio sistema di welfare, soprattutto alla luce dei vincoli di finanza pubblica.”

La Banca d’Italia suggerisce di spostare il peso del fisco sui consumi e le rendite, al fine di favorire la crescita economica. Stanti i vincoli di finanza pubblica, l’obiettivo principale della delega fiscale dovrebbe essere una diversa ripartizione del prelievo complessivo. Ridurre il prelievo fiscale sui contribuenti in regola e recuperare risorse contrastando l’evasione sarebbe una soluzione equa.

Resta aperta l’opzione di semplificare il sistema tributario

Nonostante le critiche, Giacomo Ricotti valuta positivamente il contributo della delega fiscale alla certezza del diritto e alla semplificazione del sistema tributario. Il disegno di legge prevede una profonda riforma del sistema tributario, con interventi volti a risolvere incoerenze sistematiche, modernizzare istituti obsoleti e adeguare le norme a principi internazionali. In particolare, viene apprezzata l’intenzione di agire “alla fonte”, consolidando le norme tributarie in testi unici e successiva codificazione. Così come sottolineato da Ricotti:

“Molte delle misure appaiono estremamente puntuali, essendo volte anche a risolvere incoerenze sistematiche, modernizzare istituti ormai obsoleti e renderne altri conformi a consolidati orientamenti giurisprudenziali o a principi condivisi in ambito internazionale.”

La questione della flat tax rimane aperta. La proposta di un sistema fiscale semplificato e una riduzione del carico fiscale potrebbe rappresentare una soluzione interessante per l’Italia, ma le critiche sollevate dalla Banca d’Italia richiamano l’attenzione sulla necessità di valutare attentamente gli effetti redistributivi e le coperture finanziarie. In un paese con un ampio sistema di welfare e vincoli di finanza pubblica, la fattibilità della flat tax richiede un’analisi approfondita e un dibattito serio per trovare la soluzione migliore per il sistema fiscale italiano.