Economia

Fisco: G20 al lavoro per aliquota minima sui profitti delle multinazionali

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Stabilire entro metà anno un’aliquota fiscale minima globale sui profitti delle multinazionali che metta la parola fine alla concorrenza sleale sul fisco che danneggia molti Paesi e, quindi, alle pratiche di elusione fiscale adottata dalle grandi aziende. A questo stanno lavorando i ministri delle finanze del G20, riuniti ieri ieri in videoconferenza.

L’idea è partita dal segretario del Tesoro Usa, Janet Yellen, che cerca l’appoggio dei partner del G20 per mettere in atto la riforma fiscale sui redditi delle imprese, a sua volta decisiva per finanziare il mega-piano infrastrutturale da 2,3 trilioni di dollari dell’amministrazione Biden.

Durante il suo mandato Donald Trump aveva ridotto l’aliquota sui profitti domestici della multinazionali dal 35 al 21%. Ora Joe Biden vuole riportarla al 28%. La minimum tax di cui parla Yellen riguarderebbe invece i profitti realizzati all’estero.

Obiettivo: raggiungere un accordo nella prossima riunione

Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, il ministro delle finanze italiano Daniele Franco, che ha presieduto la riunione di ieri, ha affermato che, sebbene siano da risolvere alcune questioni rilevanti per la revisione del sistema fiscale internazionale, i ministri delle finanze sperano di rispettare una scadenza autoimposta e di sigillare un accordo nel loro prossimo incontro.

Fisco: quanto perdono Usa e Italia a causa delle pratiche elusive

Secondo i dati di Tax Justice Network, ogni anno gli Stati Uniti perdono gettito per 49 miliardi di dollari a causa di pratiche elusive delle multinazionali. Per l’Italia l’emorragia vale 9 miliardi di dollari l’anno, più degli Usa se si rapporta questa cifra al PIL.

Negli ultimi decenni la pressione fiscale sulle multinazionali si è progressivamente ridotta a tutto vantaggio della redditività delle aziende, che è via via aumentata. Il risultato non è stato però quello di favorire investimenti. La fetta più grossa di questi profitti è stata usata nei piani di riacquisto di azioni proprie (buyback) che hanno l’effetto di spingere al rialzo il valore dei titoli di un’azienda. A tutto beneficio degli azionisti e del management.