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È finita l’era dei mercati inondati di dollari, Yellen inverte tendenza

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ROMA (WSI) – I mercati continuano a darci conferme di come sia importante seguirli ponendo attenzione all’andamento dei listini (su cui ragionare affidandosi a due sfere di valutazione, i dati macro e le attese di politica monetaria) e rimanendo slegati da logiche correlative, le quali potrebbero risultare fuorvianti nell’operatività e anche nell’analisi.

Focus sulle borse

Partiamo da loro: le borse. Avrete notato che da qualche giorno il focus delle nostre analisi è rappresentato dall’andamento dei listini. Questo è giustificato, a nostro parere, da diverse motivazioni. La prima, in assoluto, la vicinanza del meeting del FOMC in programma per fine luglio, durante il quale potremmo scendere sotto quella soglia di 30 miliardi al mese di acquisti di asset a sostegno dell’economia americana che potrebbe far cambiare qualcosa nella mente degli investitori. Lo ripetiamo per l’ennesima volta, dato che qualche testata che riprende regolarmente i nostri articoli ha fatto confusione sui potenziali scenari relativi ai listini: allo stato dell’arte attuale non ravvediamo le condizioni affinchè partano dei trend ribassisti. Questa possibilità, e ribadiamo, possibilità, la andremo a considerare (questo significa che saremo aperti verso due strade, a rialzo e a ribasso, evoluzione quest’ultima non considerata possibile fin’ora) dopo l’eventuale taglio di ulteriori 10 miliardi di acquisti, non prima.

Le borse ieri hanno dato prova di come quanto ci aspettavamo può essere mantenuta la chiave di lettura corretta, con il Dow Jones su nuovi massimi storici e con lo S&P500 che si è riportato sui massimi relativi, per poi assistere a lievi prese di profitto (“continuiamo a seguire la possibilità di assistere a nuovi massimi e, quando dovessimo vederli formati, non escludiamo la possibilità che partano prese di profitto, da cavalcare in posizione short per chi non è in posizione strutturale lunga sui listini (da qualche mese), andando a cercare segnali di divergenze ribassiste ovvero notizie e discorsi come quelli di ieri che possono portare ad aumenti di volatilità ovvero dalle quali proteggersi, mentalmente parlando, continuando a sostenere la tesi appena vista.”

Queste le nostre parole di ieri.) Un’altra motivazione valida per prendere in analisi i listini prima del valutario è proprio la mancanza di volatilità che sta caratterizzando questo mercato, oltre alla mancanza di correlazioni stabili tra beni e valute rifugio, che vanno a reagire davvero in maniera sconnessa a seconda della giornata cui ci troviamo davanti.

Ultimamente, anche lo yen ha abbassato la guardia e non risulta essere correlato con situazioni di risk on o risk off, ma attualmente non siamo pronti ad abbandonare questa logica di acquisto di yen di fronte a borse in liquidazione e viceversa, le condizioni sottostanti sono immutate, con il franco fuori dai giochi a causa del peg sull’euro e della sua forza relativa nei confronti della moneta unica, valuta quest’ultima ancora sotto i riflettori fino a quando non scenderemo sotto la quota di 1.3450.

La Yellen: falco o colomba?

Dopo la pubblicazione di un buon Pil cinese abbiamo visto le borse rimanere sostenute (questa la motivazione addotta da molti analisti, noi preferiamo continuare a seguire la strada legata alla presenza di liquidità nel sistema), pur di fronte a dati macro che hanno disatteso, seppur di poco, le aspettative (produzione industriale per il mese di giugno con una variazione positiva dello 0.2% contro 0.3% di consensus, produzione manifatturiera a 0.1% contro attese di 0.3%).

Nel secondo giorno di testimonianza della presidentessa della Fed, ieri davanti al Congresso, ella si è detta ottimista sullo stato dell’economia a stelle e strisce, la quale sta crescendo ad un ritmo sufficiente per far sì che le condizioni del mercato del lavoro migliorino. Un rafforzamento del lato hawkish del discorso tenuto ieri (si veda il Morning Adviser del 16 luglio) che ci fa pensare alla possibilità di assistere alla continuazione di normalizzazione della politica monetaria a fine mese, un qualcosa che lascerebbe ancora 25 miliardi di liquidità a disposizione dei listini ma che inizierebbe a farci avvicinare agli ultimi due o tre tagli, dopodichè si potrà procedere con un rialzo dei Fed Funds. Rispetto alla duplice visione di economia e futura politica monetaria testimoniata ieri di fronte al Senato, sta vincendo il lato falco, pur rimanendo la Yellen una colomba in grado di volare un po’ più in alto rispetto ai suoi simili.

I dati di oggi

Oggi avremo la pubblicazione dell’inflazione dell’area euro, una rilevazioni che non andrà assolutamente a spostare le attese degli operatori circa la linea di politica monetaria decisa dalla BCE, ma che potrebbe portare ad aumenti di volatilità. Appuntamento alle ore 11.00 con uno 0.5% di attese relative al dato puro ed uno 0.8% sul fronte “core” (depurato da paniere alimentare ed energetico. Un ultimo appunto di cronaca sul Canada prima di passare all’analisi dei livelli tecnici riguarda la decisione della Banca Centrale di mantenere inalterato il costo del denaro all’1%, decisione che non ha portato a reazioni particolari sui mercati (soltanto brevi aumenti di volatilità) che già la scontavano e che sono concentrati soprattutto sulla pubblicazione dei dati canadesi (sulla disoccupazione superiore alle attese di 0.1 punti percentuali – 7.1% – il dollaro canadese è sceso parecchio, non a caso questa settimana seguiremo la pubblicazione del CPI canadese in diretta, venerdì pomeriggio).

QUADRO TECNICO

EurUsd: ottima la situazione tecnica sull’euro, che ieri ha tenuto egregiamente le resistenze studiate e ha raggiunto i target indicati Ci troviamo ora sotto la media a 21 oraria che continua ad indicare delle zone di resistenza, sulle quali (a 1.3540 anche i punti statici) pensare ad eventuali vendite di euro per assistere ad eventuali estensioni verso area 1.3475, livello raggiungibile in caso di superamento ribassista di area 1.3510. Per assistere a ripartenze crediamo che l’area passante per 1.3550 debba essere superata, con possibilità di estensioni che per ora non vediamo oltre due livelli: 1.3565 e 1.3580. Oggi, per chi lavora su orizzonti temporali più lunghi, sarà importantissimo seguire le chiusure daily, che domani commenteremo operativamente parlando.

UsdJpy: la divergenza a 4 ore che seguivamo da due giorni si è formata, portando alla partenza di ribassi sul cambio che per il momento si sono fermati in area 101.50, quella che se vi ricordate abbiamo indicato come di potenziale interferenza. Questo il time frame che comanda anche per oggi, con la possibilità di assistere ad approfondimenti ribassisti nel momento in cui il mercato dovesse visitare area 101.35, con 101.25 e 101.10 come possibili target, sui quali eventualmente valutare il posizionamento dello stocastico che se dovesse trovarsi in ipervenduto segnalerebbe la fine del movimento (lo sappiamo, siamo molto stretti come livelli ma non possiamo inventarci volatilità quando questa è latitante). In caso di ritorni sopra area 101.65 il mercato potrebbe tentare delle escursioni verso 101.85, livello chiave da superare per assistere al raggiungimento di area 102 figura e 102.15.

EurJpy: beffardo l’EurJpy, che ha percorso la strada prevista (137.50 il target) passando per resistenze superiori a quelle studiate ieri. Ci troviamo di fronte a prezzi che ora si trovano sotto la media a 21 a 4 ore ed oraria, il che ci fa pensare alla possibilità di seguire eventuali correzioni a rialzo da poter sfruttare per pensare a posizionamenti long di yen. L’area che passa tra 137.50 (supporto rotto che diviene resistenza) e 137 ¾ sembra essere interessante per ritorni sui minimi di prezzo, tenendo conto che soltanto eventuali salite sopra area 138.10 potrebbero farci considerare giri lunghi di mercato.

GbpUsd: avvicinamento all’area di supporto vista ieri in 1.7100 ma nessuna esecuzione. Il mercato si trova ora in fase laterale di restringimento di volatilità non studiabile su un grafico orario. Possibilità di affidarsi a time frame inferiori, per ragionare su questa lateralità (che comunque, a nostro parere, risulta troppo stretta per l’operatività) o di passare a time frame a 4 ore, dove le figure tecniche non risultano comunque chiare. Possiamo ragionare sui livelli di prezzo più importanti, mantenendo l’area di 1.7100 come supporto, con l’idea che ritorni sotto 1.7085 possano lasciare spazio a tentativi di discesa verso 1.7060 e 1.7040, stando attenti che in caso di ripartenza senza passare per i supporti il mercato potrebbe accelerare verso i massimi dopo il superamento di area 1.7165, con possibilità di estendere verso 1.7200 e 1.7230.

AudUsd: situazione che si è confermata come confusa quella sul dollaro australiano, che ora si trova al test di prime aree di resistenza da non sfruttare operativamente per il mancato R/R. Continuiamo a seguire l’area di 0.9410 oltre la quale i prezzi potrebbero tentare delle accelerazioni verso 0.9450 (con 0.9430 come livello di interferenza).

Dax (GER30): perfetta la rottura a rialzo del Dax studiata ieri in caso di raggiungimento diretto dei punti di resistenza passanti per 9,800, che ha portato ai target prefissati. Siamo ora con i prezzi che potrebbero tentare dei test di area 9,785 / 9,800, area dove potrebbe essere possibile valutare eventuali acquisti dell’indice per ritorni verso i massimi di ieri ed eventualmente delle estensioni (che valuteremo sul forum DailyFX), tenendo conto che un ritorno sotto area 9,750 potrebbe lasciare spazio a tentativi di raggiungimento di area 9,710.

Oro (XauUsd): oro che è andato alla ricerca delle resistenze senza riuscire ad invertire la propria rotta, rotta che al momento potrebbe sembrare ancora ribassista con tutta l’area già vista ieri e passante sotto 1,314.00 che potrebbe intervenire per ritorni verso 1,298.00 e 1,292.00. In caso di rottura delle resistenze potrebbe essere possibile pensare a tentativi di estensione verso 1,323.00.

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