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Fenomeno Bitcoin & C: se lo conosci non lo eviti

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di Valeria Panigada

Non è solo questione di fortuna o sfortuna. Il fenomeno Bitcoin & Co., quello nato intorno alla criptovaluta più famosa al mondo, deve essere innanzitutto capito per poterlo cavalcare senza farsi male. In questo caso la fiducia passa dalla conoscenza.
Perché movimenti improvvisi e ampi, che caratterizzano la famosa moneta digitale rendendola altamente volatile, e novità continue, che portano alla nascita fulminea di suoi nuovi cloni, richiedono conoscenze base (oltre che una buona dose di self-control) per evitare grosse delusioni e, anzi, ottenere grandi soddisfazioni. Così, o almeno in parte, come quelle ottenute da chi all’epoca aveva già intuito e capito questo fenomeno e che oggi ha messo in saccoccia somme spropositate.

Basta guardare all’evoluzione del valore del Bitcoin negli ultimi 20 anni per rendersene conto: nel 2010, l’anno del suo debutto sul mercato, il Bitcoin valeva 0,003 dollari; oggi oscilla sui 50mila dollari, dopo aver toccato un picco a 67.500 dollari. Ma ancora più impressionante è stata la sua crescita più recente: solo un anno e mezzo fa il Bitcoin valeva 20-30 volte in meno di quanto vale oggi.

L’impennata di quest’ultimo periodo è legata all’interesse dei grandi investitori istituzionali che nel pieno della crisi pandemica hanno deciso di rifugiarsi nel Bitcoin anziché nell’oro, riversando su questa valuta digitale enormi capitali.
“D’altronde, comprare un Bitcoin equivale a comprare un asset valutario, come il dollaro, l’euro o lo yen: ha comunque un sottostante, di natura tecnologica, che è la garanzia stessa di quella moneta digitale. E oggi viene visto come una riserva di valore, in sostituzione dell’oro”, spiega Gian Luca Comandini, uno dei massimi esperti del mondo tech, blockchain e social.

Chi non avesse ancora investito nel mondo cripto e si stesse mangiando le mani, non deve disperarsi, perché le opportunità potrebbero essere dietro l’angolo. “Non siamo assolutamente in ritardo – assicura Comandini – perché oggi non esiste solo Bitcoin. La tecnologia sottostante, ovvero la blockchain, è ancora in uno stato embrionale, nonostante esista da 13 anni. Oltre al Bitcoin, quindi, possono nascere n-altre applicazioni o progetti interessanti che già nell’arco di sei mesi o un anno potranno esplodere. Quindi, esattamente come già successo con internet e con altre rivoluzioni tecnologiche in passato, dobbiamo essere aperti a cambiamenti anche repentini”.

Insomma, non si sa se domani avrà ancora senso credere in Bitcoin, perché potrebbe uscire un nuovo protocollo con un maggior valore aggiunto, attirando su di sé tutta la comunità cripto e finanziaria.

Bitcoin, come evitare spiacevoli situazioni

Già oggi si contano oltre 20 mila criptovalute, figlie del Bitcoin. Diventa importante, quindi, distinguere i progetti seri dalle bufale, come quella della cripto Squid, nata dal successo della serie tv di Netflix “Squid Game”.

Come fare? “Non serve essere degli esperti crittografi – illustra Comandini – ma bastano alcune accortezze”.  Prima di tutto, spiega l’esperto, di fronte a una nuova moneta digitale valutare se fa qualcosa di esclusivo che il Bitcoin non fa e per cui potrebbe distinguersi.
Il secondo consiglio è andare a vedere il team di persone dietro al progetto, per capire se sono preparate (programmatori o informatici) e se possano dare fiducia. “Spesso è gente che fino a tre mesi fa si occupava di marketing o lavorava in altri ambiti ed è solo brava a vendere – precisa Comandini –.  E questo è tipico di quei progetti che all’inizio fanno il botto per poi improvvisamente sgonfiarsi e andare a morire, lasciando con il cerino in mano molte persone”.

Terzo consiglio è valutare se il mercato di riferimento a cui si rivolge quel progetto è interessante, ovvero mainstream e non di nicchia, così da avere quelle potenzialità minime per crescere e quindi far salire il valore di quella criptovaluta. Importantissimo anche il cosiddetto white paper, il documento chiave di quel progetto, per vedere se ci sono sufficienti elementi tecnici su quella specifica applicazione: se non va troppo nel dettaglio e rimane un po’ aleatorio, vuol dire che è un progetto più di marketing che un applicativo interessante.

Consigli utili per navigare nel mondo cripto in continua trasformazione, e anche a rischio bolla, secondo Comandini: “Nei prossimi anni avremo un’enorme bolla che esploderà, come quella di internet, perché il 90% delle criptovalute esistenti oggi è inutile – prevede –. Nel giro di dieci anni molte valute digitali scompariranno e rimarranno solo quelle che realmente danno un valore aggiunto e che andranno a costituire lo zoccolo duro della finanza decentralizzata”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di gennaio del magazine Wall Street Italia.