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Fed non cede a pressioni Trump, tassi resteranno fermi

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Nonostante il pressing della Casa Bianca, la Fed non taglierà i tassi di interesse oggi, che invece resteranno fermi nella forchetta tra il 2,25-2,5%. Queste le attese del mercato sull’esito della quarta riunione del 2019 della banca centrale americana, in calendario oggi alle 20 italiane.

Tagliare ora – secondo alcuni gli analisti – apparirebbe un cedimento alle pressioni di Donald Trump, che chiede soccorso nella sua guerra tariffaria contro tutti. Non solo. Con il summit del G-20 alle porte, e la possibilità, almeno teorica, che gli Stati Uniti e la Cina possano raggiungere un accordo commerciale, una mossa anticipata a giugno non appare strategica.

E’ dal 4 giugno scorso che il mercato spera in una banca centrale “colomba”. Nell’ultima riunione, la Fed aveva promesso che sarebbe stata “paziente mentre determina quali aggiustamenti futuri” fare sui tassi.  Se l’aggettivo “paziente” scomparirà dal testo, ciò potrebbe indicare una prossima riduzione del costo del denaro. Se invece resterà, la Fed segnalerebbe un approccio attendista.

Oltre tre quarti degli economisti sentiti dal Wall Street Journal credono comunque  che la prossima mossa della Federal Reserve sarà un taglio dei tassi. Il mese scorso erano la metà circa. In pochi, tuttavia, si aspettano una mossa imminente: solo due sui 46 interpellati prevedono una riduzione del costo del denaro nella riunione di oggi. Quasi il 40% si aspetta una mossa a luglio e il 30% a settembre. I tassi sono fermi al 2,25-2,5% dallo scorso dicembre.

Secondo Gary Kirk di TwentyFour Asset Management “c’è una probabilità  del 96% di un taglio del tasso di 25 punti base alla riunione di luglio e del 97% alla riunione di settembre. il mercato ha già valutato con una probabilità dell’86% di almeno due tagli di 25 pb entro la fine dell’anno”.