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Euro verso $1,3690, blitz monetario di Draghi ha fallito

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ROMA (WSI) – La volatilità non è certo mancata sul versante borse americane, a conferma dei nostri pensieri che vedono un allontanamento dell’attenzione dalle banche centrali ai dati macro, almeno fino a quando non arriveranno i prossimi appuntamenti con i Board di BoE, BCE e Fed, ed uno shift sulle release dei dati macroeconomici. Ma non tutti i dati ricoprono la stessa importanza. Cerchiamo di capire perché.

Europa: inflazione e depositi BCE

In Europa conosciamo la forward guidance della BCE e abbiamo assistito ad un taglio (simbolico, avremmo dovuto vedere per lo meno lo stanziamento di un range tra 0% e 0.25%, anziché un mero taglio di 10 basis point) dei tassi di riferimento del sistema interbancario con l’abbassamento del tasso di rifinanziamento marginale (tasso a cui le banche commerciali possono prendere a prestito denaro overnight dalla BCE) da 0.75% a 0.40% e soprattutto lo spostamento in territorio negativo dei tassi di remunerazione dei depositi, il che sta a significare, come ribadito più volte, che coloro i quali dovessero decidere di parcheggiare liquidità presso l’istituto di Francoforte andrebbero a pagare “comprando” in questo modo la sicurezza della controparte, anziché decidere di prestare soldi a banche che per chiudere la stanza (come si dice in gergo, ossia reperire liquidità per onorare i requisiti di riserve sul denaro prestato ecc.) chiedono denaro prima al circuito interbancario e se non lo trovano a disposizione si rivolgono alla BCE per ottenerlo allo 0.40%.

Tutte le misure della BCE, compresi i nuovi LTRO, sono volti a mantenere la stabilità dei prezzi, per cui il dato da tenere sotto osservazione risulta l’inflazione che, nel momento in cui dovesse muoversi dagli attuali 0.5% e 0.7% core, potrebbe portare a volatilità di reazione sul dato ma non a movimenti di medio periodo, in quanto la rotta di politica monetaria è segnata. L’euro potrebbe muoversi in basi alla catalizzazione di flussi di capitale, ancora a favore della moneta unica fino a quando rimaniamo sopra 1.3475.

Usa: non tutti i dati, ma quasi

La differenza tra Usa ed Europa è chiara e non stiamo a ripeterci per evitare di annoiarvi, sta di fatto che come detto nei giorni scorsi, siamo entrati in un territorio minato, dove è possibile assistere a nuovi massimi sulle borse (siamo ancora a siringhe di liquidità superiori alla soglia giudicata da noi critica di 30 miliardi/mese) ma dove non sono da escludere quelle che per ora rimangono forti prese di profitto, ma che a breve potrebbero tramutarsi in qualcosa di più sostanzioso a ribasso (ripetiamo, non siamo ancora pronti a nostro parere, ma a differenza delle altre settimane o mesi iniziamo a guardare il mercato in due sensi, sui Morning Adviser precedenti trovate più dettagli e ragionamenti). Un esempio ce lo restituisce la giornata di ieri.

Di fronte ad una politica monetaria abbastanza ben indirizzata, dove nella forward guidance ci si è slegati dalla sola analisi del tasso di disoccupazione passando ad un’analisi qualitativa dei dati macro prima di prendere decisioni di interruzione totale del QE o di rialzi dei tassi (tra l’altro ieri Plosser della Fed ha suggerito che si dovrebbero alzare i tassi già nel prossimo trimestre, il modo migliore per far crollare questo castello di carte), un dato migliore di attese e precedenti sulla fiducia dei consumatori (85.2 vs 83.5 di consensus ed 82.2 precedente) e nettamente buono sulla vendita di nuove case (18.6% vs 1.6% di attese e 3.7% precedente) ha portato ad una forte salita degli indici, con lo S&P500 su nuovi massimi storici, con la partenza di forti prese di profitto che hanno non solo raggiunto i minimi precedenti dei prezzi, ma li hanno superati, il che sta a significare che anche chi è entrato long più in basso dell’ultima fase di accumulazione ha preso profitto. Continuiamo dunque a seguire questa chiave di lettura, sembra quella corretta. Passiamo ai cambi e vediamo insieme i livelli.

QUADRO TECNICO

EurUsd: ancora in congestione l’euro con l’area di resistenza passante tra 1.3625 e 1.3640 ancora attuale sulla quale pensare a vendite, con un’attenzione particolare oggi ad eventuali spunti rialzisti che in caso di superamento dell’area potrebbero portare al raggiungimento di zona 1.3675 ed in estensione 1.3690. In caso di tenuta delle resistenze, l’idea è quella di seguire 1.3605, 1.3590 e 1.3575 come livelli progressivi di target.

UsdJpy: si è verificata la ripartenza verso 102.20, dopodiché il mercato è sceso verso i supporti, mantenendosi congestionato e confermandoci come siano importanti i livelli analizzati. Continuiamo infatti a seguirli. Su un 4 ore lo stocastico dopo aver confermato un giro a rialzo ha girato a ribasso con i prezzi vicini ai supporti, che potrebbe stare a suggerire un’eventuale tentativo di rottura a ribasso. Sotto 101.75 il mercato potrebbe tentare lo sfondamento dei minimi posti a 101.60 con potenziali target intorno a 40. Stop subito sopra il livello di rottura con l’idea che se dovessimo tornare sopra 102.05 il mercato potrebbe superare area 102.20.

EurJpy: “Se ci spostiamo su un time frame orario il fatto che i prezzi abbiano formato dei minimi crescenti potrebbe farci pensare a tentativi di risalita verso le zone di resistenza poste a 138.90 (in caso di superamento di area 138.75), dove valuteremo il posizionamento dello stocastico per ipotizzare vendite di euro, con stop e reverse sopra i massimi prestando però attenzione a tutta l’area passante per 139.15 che potrebbe intervenire a frenare la salita.” Scrivevamo così su EurJpy ieri, cross che oggi però non mostra una situazione chiara come quella che abbiamo studiato e lavorato ieri. Lo seguiamo insieme sul sito del dailyfx.it ed iniziamo a segnarci come livelli di attenzione 138.40, che se rotto potrebbe lasciare spazio verso 137.90 (con 138 ¼ come scoglio) e le resistenze di ieri che potrebbero tenere e che se rotte potrebbero lasciare spazio verso 139.30.

GbpUsd: il fatto che lo stocastico non si sia girato a rialzo come da studio effettuato ieri ha evitato la valutazione del raggiungimento dei massimi, con i prezzi che hanno girato a ribasso sulle parole di Carney (BoE, tassi che potrebbero rialzarsi prima di quanto il mercato si aspetti, con una forte attenzione non al quando ma al ritmo dei rialzi) e che sotto i supporti individuati in 1.6980 hanno raggiunto l’area di 1.6960 senza toccare 1.6940, livello che ora seguiremo come primo target in caso di discesa dei prezzi (in caso di sfondamento di 1.6955 o di ritorno sulle resistenze tra 1.6980 e 1.7000), livello che potrebbe lasciare spazio a tentativi di discesa verso 1.6890 se superato. Un ritorno sopra 1.7015 si rende a nostro avviso necessario per pensare a ritorni sui massimi, con 1.7030/50 e 60 come target potenziali.

AudUsd: sotto 0.9405 sono stati raggiunti sia area 0.9390 che il livello di 0.9360. Siamo ora in tentativi di pull back delle resistenze, che seguiremo con attenzione e sulle quali, in caso di arrivo dello stocastico orario in zona di ipercomprato o di giro a ribasso di esso, valuteremo delle vendite di dollaro australiano. Parliamo di 0.9380/90, oltre la qual area è possibile pensare a tentativi di ripartenza verso 0.9410, livello oltre il quale è possibile valutare dei giri a rialzo significativi verso 0.9430.

Per Dax e oro rimandiamo al nostro Morning Meeting delle ore 9.30.

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