Economia

“Euro? Un errore ma non causa della crisi. E per l’Italia la Grande Bellezza è un freno”

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ROMA (WSI) – L’euro è stato un fallimento, ma la crisi non è colpa sua. L’Italia? E’ proprio la sua Grande Bellezza il “freno alla crescita”. Parole di Tyler Cowen, professore della George Mason University e autore di “La media non conta più. Ipermeritocrazia e futuro del lavoro” (Università Bocconi Editore), che è stato inserito dalla rivista Foreign Policy nella classifica dei Top 100 Global Thinkers, e che ha rilasciato un’intervista a La Repubblica.

L’euro? “La moneta unica è stata un fallimento, ma non è questa la causa della crisi. Piuttosto ha acuito i problemi generati da fenomeni ineludibili, come la globalizzazione e la crescita dei computer, delle macchine intelligenti”.

Sull’Italia, all’osservazione del giornalista: “le eccellenze del Paese sono molte”, l’esperto risponde: “Probabilmente sono anche il limite alla crescita. Il vostro stile di vita è incredibile, ma tutta questa bellezza in qualche modo allontana le preoccupazioni e il senso dell’emergenza. Se l’Italia fosse un sobborgo americano sarebbe tutto diverso. E’ come se mancassero quella fame e quella follia necessaria per cambiare passo. Penso anche a quelle piccole e medie imprese fiore all’occhiello del made in Italy: le adoriamo tutti, ma quante sono sono davvero in grado di aumentare di 10 volte le loro dimensioni nei prossimi anni? Forse nessuna. Se guardiamo la Cina, invece, le cose sono diverse. I grandi cambiamenti sono nel mondo e l’Italia resta in grave difficoltà”.

Insomma, la Grande Bellezza per Cowen è paradossalmente “un freno alla crescita. Il vostro stile di vita è fantastico. E’ addirittura troppo bello perché ci si renda conto dell’emergenza che attraversa il Paese”.

Tornando, all’euro: “La moneta unica è un errore. La cosa migliore sarebbe tornare indietro. Il caso della Grecia è emblematico e Atene uscirà dall’Eurozona, resta solo da definire il come e il quando: nessuno però si fida più dal Paese, così come i greci non credono più all’Europa. D’altra parte restare agganciati alla moneta unica è un costo per alcuni Paesi insostenibile e gli interessi sono sempre più divergenti. Quello che potrebbe funzionare per la Spagna o l’Italia non andrebbe bene a Germania e Slovacchia e così via. Per l’Italia l’ideale sarebbe avere più inflazione, ma una ricetta genere è fumo negli occhi per i tedeschi. E comunque tra i Paesi problematici metto anche la Francia, che maschera bene, ma è più in difficoltà di come sembri”.