Mercati

Euro/dollaro: in piena fase correttiva?

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

LEGNANO (WSI) – Che giornata! E’ proprio il caso di dirlo. I cross yen hanno mostrato delle salite molto forti, seguendo i movimenti di UsdJpy, che dopo le dichiarazioni della BoJ, che abbiamo avuto modo di commentare ieri e sulle quali aggiungiamo un appendice a fine articolo inviatami da un caro amico trader ed economista, che a mio parere vale la pena di leggere per capire esattamente in che situazione si trovi ora il Giappone, è riuscito a superare quota 97.00 prima di cominciare le correzioni tecniche cui stiamo assistendo ora.

Alle ore 13:00 di ieri, quello che credevamo potesse rivelarsi un non evento, comunque da seguire vista la straordinaria sensibilità della sterlina, si è rivelato tale. La BoE non ha modificato né i tassi di riferimento (0.50%) né il piano di Quantitative Easing, che è rimasto a 375 miliardi e la Banca Centrale Europea, il cui direttivo si è incontrato in mattinata, non è stata da meno.

Niente di fatto, come atteso dalla maggior parte degli analisti, ma parole che sono riuscite a muovere l’euro prima a ribasso e poi a rialzo, un rialzo estremo, dati i toni del presidente Draghi. Senza annoiarvi, riportando il testo della conferenza, ci concentriamo sui punti chiave affrontati dal presidente Draghi.

In primis, quello che ci preme sottolineare, dato il mandato chiaro della BCE, riguarda la stabilità dei prezzi. Dopo la pubblicazione dell’ultimo CPI a 1.7%, ben al di sotto della soglia critica di attenzione del 2%, le aspettative dei medio periodo risultano essere ben ancorate sotto i valori di attenzione, il che potenzialmente rappresenta un fattore positivo per valutare ulteriori tagli di tassi da parte dell’istituto di Francoforte. Tagli su cui Draghi non vuole impegnarsi in anticipo, come da consuetudini europee.

La politica monetaria rimane accomodante e rimarrà tale fino a quando non si vedranno segnali di ripresa, una ripresa che per la seconda metà del 2013 è minacciata da rischi a ribasso per l’economia. Fino a qui, mi dite cosa c’è di supportivo per la moneta unica europea?

L’unico fattore che potrebbe far scaturire un sentiment positivo sulle sorti dell’euro e dell’economia dell’intera area è rappresentato dal possibile taglio di tassi, che potrebbe essere interpretato come uno storico cambio di rotta da parte della BCE, che andrebbe a rivolgere uno sguardo anche alla crescita e non soltanto, passateci il francesismo, a questa benedetta inflazione.

Per il resto, tutto bearish, dovish, ribassista. Poi le parole su Cipro. La posizione ufficiale della BCE è contro i prelievi forzosi sotto i 100.000 euro di deposito, la conferma ufficiale delle smentite che hanno seguito le parole del nuovo presidente dell’Eurogruppo, il quale aveva dichiarato che Cipro rappresenta un modello di salvataggio estendibile anche ad altri Stati che dovessero trovarsi in difficoltà e le dichiarazioni circa un’eventuale uscita del Paese dall’area euro, che rappresenterebbe un disastro per l’intera Unione Europea, lasciando trasparire la volontà di difendere strenuamente un progetto di moneta unica che non può fallire (ma che, molto probabilmente, lo farà, questo lo aggiungiamo noi).

Da qui, la salita dell’euro, che ora vedremo come analizzare a livello di punti tecnici. Un ultimo sguardo alle borse e alle materie prime, prima di passare ai cambi e lasciarvi all’appendice sullo yen. I mercati azionari non hanno seguito l’euroforia (no, non è un errore di battitura), ma non hanno approfondito sotto i supporti principali, dandoci l’idea che potremo assistere a movimenti ancora all’interno dei punti di medio periodo, mentre sul fronte materie prime, soltanto il petrolio ha mostrato movimenti discendenti, partiti con le vendite di euro durante le parole di Draghi e poi proseguite, confermandoci come le correlazioni tra diversi mercati siano ancora effimere e molto molto brevi, a livello temporale.

Ricordiamo l’importanza del dato sui NFP, che verrà rilasciato alle ore 14.30 italiane, dato che potrebbe portare molta volatilità sui mercati e che, in caso di sorpresa negativa, potrebbe permettere all’euro di salire ulteriormente (seguiremo insieme la pubblicazione nella nostra Live Trading Room). Poco tempo prima della conferenza che terremo il prossimo 18 Aprile a Milano (clicca qui per le informazioni) le diverse autorità del Mondo ci stanno fornendo spunti di riflessioni molto importanti, che andrò ad analizzare in uno dei miei interventi e che mi piacerebbe condividere con molti di voi.

EurUsd

Dopo la forte salita siamo ora in fase di consolidamento/correttiva. Ci troviamo infatti, di fronte a una bandiera oraria potenzialmente di continuazione del movimento, con 1.2900 a rappresentare l’area di supporti dinamici principale, data dalla presenza della media mobile a 21 periodi.

Questo punto è raggiungibile in caso di rottura ribassista della flag e insieme a 1.2885 potrebbe rappresentare un’area di arrivo per i prezzi, dove valutare entrate long tenendo conto che un ritorno sotto 1.2870 potrebbe portare al test della media a 100 oraria. In caso di rottura diretta a rialzo della bandiera, possiamo attenderci tentativi di risalita fino a 1.2880 e potenziali tentativi di sfondamento di 1.3000.

UsdJpy

Il UsdJpy si trova in correzione e vede in 96.00 il punto principale da seguire. Qui passa la media mobile a 21 periodi, che dopo forti aumenti di volatilità può rappresentare un supporto dinamico e fino a quando non vedremo superati a ribasso i massimi di ieri sul rettangolo/triangolo di consolidamento prima dello strappo finale a rialzo, potremmo valutare delle long sul dollaro. In questo scenario, sarà possibile ripuntare i livelli di massimo, che se raggiunti potrebbero lasciare spazio ad approfondimenti verso 97.75. Se essi non venissero toccati invece, si potrebbe configurare una situazione di massimi relativi inferiori, che potrebbe portare, in caso di superamento dei punti di congestione visti poco fa, alla media mobile a 100 periodi, passante tra 94.60 e 95.00 (la configurazione che noi chiamiamo con il nome poco elegante di pera cotta – massimo, retest della media a 21, massimo inferiore, rottura della media a 21 per la 100).

EurJpy

Sull’EurJpy sono state percorse più di 6 figure. Siamo anche qui in consolidamento ed i primi punti di supporto passano intorno alle media a 21. Data l’alta volatilità, consideriamo lo scenario come potenzialmente rialzista fino a quando non dovessimo scendere sotto 123.40, punti di congestione di ieri, che se dovessero mollare, potrebbero portare ad accelerazioni verso 122.30. Nel momento in cui i supporti dovessero tenere, si potrebbe proporre una situazione simile a quella del UsdJpy con tentativi di raggiungimento dei massimi, che se rotti possono portare verso 126.50, mentre in caso di formazione di massimi inferiori e di rottura della media a 21, si può puntare anche qui alla 100 (con attenzione, chiaramente ai punti statici vicino alla media per valutare ingressi).

GbpUsd

Sul cable, i livelli hanno funzionato sia a ribasso che a rialzo ed ora ci troviamo al cospetto di 1.5250 (resistenza statica data da punti precedenti) all’interno di un rettangolo di consolidamento sopra la media a 21 oraria. È possibile a nostro parere lavorare sulla rottura di questa congestione, cercando obiettivi dati dall’altezza della stessa proiettati sui punti di rottura. Per salite decise occorre superare l’area di 1.5275 (livello di target in caso di rottura rialzista del rettangolo), con potenziali accelerazioni verso 1.5300 ed in estensione 1.5325. Per scendere, dobbiamo attendere il superamento di quell’1.5185 che abbiamo seguito nei giorni scorsi.

AudUsd

Situazione più confusa sul dollaro australiano, che dopo aver raggiunto 1.04 figura, tentando anche un suo superamento fermatosi sui punti di minimo precedenti, ha provato a risalire senza superare quel livello di 1.0465 che consideravamo prima di pensare a posizionamenti long. Siamo ora sotto le medie a 100 e 21, che hanno incrociato a ribasso ed insieme a 1.0460 possono fornire buoni livelli di resistenza per valutare acquisti di dollaro americano, che potrebbero riproporre i minimi di ieri. Se superati (1.0380), possiamo aspettarci accelerazioni potenziali verso 1.0360/50. In caso di superamento del livello che consideravamo anche ieri sui rialzi, crediamo che i prezzi possano tentare il raggiungimento delle prime aree di massimo a 1.0480/85, con potenziali tentativi di rottura di 1.0500 (che non dev’essere considerata definitiva fino a 1.0530, data l’importanza del livello).

Come promesso, vi incollo qui l’appendice molto interessante sullo yen.

“La Boj ha deciso di entrare in gioco molto più di quanto avesse fatto finora: finalmente hanno compreso qual è esattamente il punto di forza di una banca centrale: la CREDIBILITA’. Compreranno la bellezza di 80 mld di dollari di asset al mese (la FED sta a 40 mld ma con un PIL che è 3 volte tanto) per un massimo di circa 800 mld di dollari all’anno fino a che l’inflazione non avrà raggiunto il 2%. Per rilanciare la crescita si può puntare su aumento indotto della domanda aggregata o alleggerimento quantitativo potente e credibile (in UK ed USA ad esempio ha funzionato benissimo, non tanto nel rimettere in moto una crescita per così dire da BRIC ma quantomeno per evitare una recessione che sarebbe stata molto + profonda, recessione che stiamo benissimo sperimentando in Europa, con la BCE che ricordiamo è indipendente per statuto ma di fatto tedesca, abominio intellettuale economico e storico che perdura ormai da troppo tempo e che avrà conseguenze catastrofiche). Kuroda ha fatto il suo, ha comunicato che la BOJ farà “whatever it takes” per riportare l’inflazione al 2%: in mezzo a queste promesse va rilevato che la bilancia dei pagamenti giapponese, tendenzialmente positiva nell’ultimo ventennio, sta incominciando ad andare in negativo visto che, con la chiusura dei reattori nucleari, si trova ad importare energia: lo yen non ha mai tenuto conto molto di questo fatto (anche perchè i soldi ottenuti tramite una bilancia dei pagamenti positiva sono sempre stati molto mobili, prima in uscita per il famoso carry trade 2004-2007 e poi in “non uscita” vista l’incertezza internazionale) ma è un cambiamento da tenere in considerazione: così esistono allo stato attuale 2 enormi spinte per la svalutazione dello yen contro tutte le valute principali, svalutazione anche benevola per aziende enormi come la Sony che ha sofferto tantissimo la concorrenza di operatori come Samsung avvantaggiati da un cambio debole per lungo tempo. Ricordiamo inoltre che ad ogni QE annunciato dalla FED è seguita una svalutazione del dollaro (non sempre marcata ma che è cmq scemata mano a mano che l’effetto sorpresa svaniva) mentre l’indice di riferimento azionario è sempre salito nel periodo di implementazione di questa manovra. Il Nikkei sta a 13000 ora circa mentre lo usd/yen sta a 96: i massimi del 2007 (in pieno carry trade) stanno rispettivamente a 18000 e 120 circa: penso che non mi stupirei minimamente di vederli entro la fine del 2013. lo stop starebbe sotto il minimo odierno fatto in corrispondenza dello statement.”

Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved

*Questo documento e’ stato preparato da FXCM Forex Capital Markets. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.