Investimenti

ETF attivi sempre più protagonisti nel mondo del wealth management

A 25 anni dalla nascita del settore europeo degli ETF, questi strumenti stanno vivendo una nuova fase di evoluzione e consolidamento. Una recente ricerca commissionata da Carne Group rivela che gli ETF attivi stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nei portafogli di investitori istituzionali e del wealth management.

Numeri alla mano, secondo lo studio, quattro professionisti su cinque (82%) stanno spostando l’utilizzo degli ETF attivi da strumenti destinati ad asset allocation di breve periodo a vere e proprie partecipazioni core nei portafogli.

In altre parole, gli ETF non sono più semplicemente un supporto tattico, ma diventano una componente stabile delle strategie di investimento a lungo termine.

ETF attivi: crescita significativa sul mercato UE

 Secondo gli intervistati, gli ETF attivi dovrebbero aumentare drasticamente la quota di mercato nei prossimi tre anni. Quasi due terzi degli investitori affermano che le attività degli ETF attivi passeranno dall’attuale 2% circa del mercato al 6%-9% delle attività totali in Europa entro la fine del decennio.
La ricerca rivela inoltre che gli investitori utilizzano gli ETF attivi per accedere a nuove asset class. Un quarto degli intervistati dichiara di aver investito in criptovalute per la prima volta in seguito all’innovazione del mercato degli ETF , mentre più della metà (56%) afferma di aver aumentato la propria allocazione a questa asset class. più di un investitore su dieci (13%) afferma che probabilmente aumenterà le allocazioni alle asset class esoteriche attraverso il mercato degli ETF.

Le preoccupazioni di chi non investe in ETF

Tuttavia, lo studio evidenzia una certa preoccupazione da parte degli investitori per il fatto che alcuni ETF non sono all’altezza della loro etichetta. Ad esempio, l’aumento degli ETF “semi attivi” che seguono un approccio consapevole del benchmark, nel senso che si discostano meno dall’indice di riferimento rispetto ai fondi attivi tradizionali, offrendo una quota attiva e un tracking error inferiori.
Quasi nove su dieci (88%) degli investitori intervistati affermano che i gestori che gestiscono questi fondi “semi attivi” stanno ingannando il mercato. Patrick O’Brien, Managing Director, Business Development di Carne Group, ha poi precisato che:

“Gli ETF attivi forniranno lo slancio per far decollare la prossima fase della storia di crescita degli ETF. Per sbloccare l’opportunità di in questo spazio altamente competitivo è necessaria un’attenta considerazione e una velocità di esecuzione ed è per questo che vediamo i gestori collaborare sempre più spesso con terze parti (…) Condividiamo le preoccupazioni sul rischio degli ETF ‘ semi attivi’, che possono essere problematici per gli investitori di perché spesso operano sotto l’apparenza di una gestione attiva mentre sono strettamente legati a un indice di riferimento. I gestori di fondi devono essere sicuri di essere trasparenti sulle strategie che offrono”.