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ENI: MINCATO E’ UN’ECCEZIONE NEGLI AFFARI ITALIANI

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LONDRA, 11 MAR – Vittorio Mincato, amministratore delegato dell’Eni dal 1998, è “un’eccezione nel mondo degli affari italiano, fortemente politicizzato”.

Mincato preferisce il suo ufficio di Milano, centro finanziario d’Italia, alla sede centrale a Roma, capitale politica. Non ama frequentare l’elite italiana al di fuori del lavoro ed è conosciuto per la sua mancanza di alleanze politiche.

“La sua indipendenza lo ha aiutato a depoliticizzare l’Eni – si legge nell’articolo -ma ora la sua mancanza di alleati politici potrebbe costargli il posto”.

Da quando ha assunto il timone dell’Eni, prosegue l’articolo, Mincato ha reso l’Eni il sesto produttore mondiale di petrolio, raddoppiando la sua capitalizzazione di mercato a 80 miliardi di euro.

Il suo mandato scade però a maggio. Sebbene Silvio Berlusconi “rispetti quello che Mincato ha ottenuto, il premier italiano é sotto pressione da parte dei membri della sua fragile coalizione di governo a mettere uno dei loro favoriti al suo posto”.

Secondo l’Economist, sia Paolo Scaroni, capo dell’Enel, che Flavio Cattaneo, capo della Rai, aspirano alla poltrona di Mincato. Inoltre, osserva il giornale britannico, Mincato ha preparato una serie di candidati interni alla sua successione: il “piu forte” è Stefano Cao (capo dell’esplorazionee produzione), a cui segue altri come Leonardo Maugeri (capo della strategia), Marco Mangiagalli, chief financial officer, e Pietro Franco Tali, capo della Saipem.

Mincato, 69 anni, si sente in grado di stare in carica per altri tre anni, “ma non avrebbe problemi a rimanere come presidente, con uno dei suoi delfini nella poltrona di amministratore delegato”.

Dopo tutto, nota infine il settimanale, “é nato lo stesso anno di Berlusconi, che il prossimo anno si candiderà ad un altro mandato di 5 anni”.