Economia

Elon Musk: chip nel cervello umano, primi test entro 2021

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Se ne parla da tempo, ma ora l’idea di Elon Musk di impiantare nel cervello umano dei chip che funzionano come interfaccia con i computer sembra vicino. I primi test, secondo quanto annunciato dal patron della Tesla e SpaceX in un tweet potrebbe arrivare entro l’anno.

L’idea di base del patron della Tesla e SpaceX, che ha lanciato questo progetto nel 2016, è quella di essere sempre connessi a Internet attraverso un chip impiantato nel cervello. Musk cita a questo proposito i test fatti con la sua azienda Neuralink su una scimmia, nella quale é stato impiantato un chip che le ha permesso di giocare ai videogames con la mente. Test sull’uomo, invece, erano stati già annunciati come nel 2019, salvo poi non essere portati avanti.

Nel febbraio 2021 Musk era tornato a parlare del progetto, stabilendo i tempi per sperimentare nell’uomo i chip che funzionano come interfaccia cervello-macchina e utilizzabili, in futuro, per trattare malattie neurodegenerative oppure per connettere il cervello umano alla macchine.

Elon Musk: gli obiettivi del progetto

Musk é convinto che le interfaccia cervello-macchina possano fare qualsiasi cosa, dal curare le paralisi al dare poteri telepatici alle persone.

Come aveva spiegato nel 2017 Alberto Sangiovanni Vincentelli, pioniere della ricerca sui circuiti integrati e docente all’Università della California a Berkeley,

”i chip impiantati nel cervello sono già una realtà, sperimentata con successo in ambito biomedicale: pensiamo ad esempio a quelli usati per la stimolazione cerebrale profonda nei malati di Parkinson e Alzheimer, oppure quelli che consentono ai pazienti paralizzati di muovere arti robotici”.

Quella di Musk non è una corsa in solitaria. Sono numerose infatti le aziende della Silicon Valley che stanno lavorando al controllo del pensiero dai computer. È il caso di Facebook, che sta finanziando un progetto per tradurre l’attività cerebrale in parole, tramite algoritmi, per dare voce a persone mute a causa di malattie neurodegenerative.