Economia

Elezioni UK 2019, ecco come influenzano la Brexit

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Seggi aperti oggi nel Regno Unito con gli elettori chiamati a scegliere la loro preferenza tra l’attuale premier, leader dei Tories, Boris Johnson e il leader dei Labour, Jeremy Corbyn. Queste elezioni sono di fatto un vero e proprio referendum sulla Brexit.

Cosa succederà alla Brexit se vince Boris Johnson

Da una parte Boris Johnson che di “Get the Brexit Done” (Realizziamo la Brexit) ha fatto il suo slogan durante la campagna elettorale: se dovesse vincere con una chiara maggioranza, l’uscita di Londra dal blocco unico sarà realtà e il premier potrà far approvare dal Parlamento inglese il suo accordo di recesso dall’Ue in poche settimane e la Gran Bretagna divorzierà dall’Unione europea entro il 31 gennaio 2020.

Poi partiranno le trattative per definire un accordo commerciale bilaterale e delineare i futuri rapporti tra Regno Unito e Ue. Leggi anche cosa nel pensano i gestori.

Cosa succederà alla Brexit se vince Jeremy Corbyn

Da’altra parte invece se a vincere sarà il partito laburista, Jeremy Corbyn ha promesso di chiedere una proroga dell’articolo 50 ed entro tre mesi dal suo insediamento a Dowinfgin Street negozierebbe un nuovo deal con la Ue. Il nuovo accordo targato Corbyn, a differenza di quello siglato da Johnson, prevederebbe legami più stretti con l’Unione europea.
Successivamente, entro sei mesi il nuovo accordo per la Brexit sarebbe sottoposto al referendum popolare e gli elettori di Sua Maestà potrebbe essere chiamati a scegliere tra il nuovo accordo o il Remain, quindi abbandonare l’idea della Brexit e rimanere in Ue.

Come sarà il parlamento dopo le elezioni? Gli scenari possibili sono due: una chiara vittoria di Johnson che conquisterebbe 350 seggi o oltre sui 650 in Parlamento oppure una situazione incerta in cui i Tories sono il maggiore partito ma non hanno abbastanza seggi per governare da soli, come successe nel 2017 a Theresa May.
Nessun altro partito però, almeno al momento, pare disposto a sostenere Johnson, tranne il Brexit Party che però, secondo le previsioni, non otterrà nemmeno un seggio.