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El-Erian vede grigio su Wall Street: “inflazione destinata a restare alta, meglio ritirarsi”

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Parola d’ordine: cautela. Mohamed El-Erian, presidente di Gramercy Funds Management ed ex amministratore delegato di Pimco, invita gli investitori a non fidarsi dei rimbalzi di Wall Street. “In attesa che si crei più valore, meglio togliere qualche fiches dal tavolo del gioco” ha detto in un’intervista alla CNBC, criticando chi vede la recente ripresa come un’opportunità di acquisto, in particolare quando si tratta di titoli tecnologici.

Dietro questo pessimismo, c’è la convinzione netta che l’economia statunitense dovrà affrontare, in un futuro non lontano, uno scenario di stagflazione in stile anni ’70. “La stagflazione è in arrivo e una recessione è più probabile che un ritorno alla normalità” ha spiegato El-Erian, aggiungendo che l’aumento dei prezzi al consumo rimarrà una spina nel fianco della Federal Reserve, nonostante gli aumenti dei tassi di interesse. Per l’economista, a differenza di quanto sostiene Cathie Wood, l’indice dei prezzi al consumo resterà intorno ai valori attuali per un po’.

Per le aziende, secondo El-Erian, tutto questo si tradurrà in utili più bassi. Ecco, dunque, che per gli investitori del mercato azionari, “non resta altra scelta se non quella di ridurre i rischi”.

Ricordiamo che il 2022 è partito male per Wall Street: fino a metà maggior le perdite registrate dello S&P 500 sono state del 19%, quando l’indice ha toccato un minimo di 3.900 punti, parzialmente recuperato nelle settimane successive.

Dalla Banca Mondiale alert stagflazione

Che la situazione economica globale stia viaggiando dritta verso la stagflazione, lo ha ribadito anche la Banca Mondiale, nell’ultimo rapporto Global Economic Prospects, pubblicato martedì. “L’economia globale potrebbe essere diretta verso anni di crescita debole e prezzi in aumento, una combinazione tossica che metterà alla prova la stabilità di dozzine di Paesi che stanno ancora lottando per riprendersi dalla pandemia” ha spiegato la Banca Mondiale, aggiungendo che questa condizione aumenta il rischio di stagflazione, con conseguenze potenzialmente dannose sia per le economie a reddito medio che per quelle a basso reddito.

E’ dagli anni ’70 che l’economia non affronta questa sfida, quando i due shock petroliferi hanno indebolito la crescita e aumentato i prezzi. La banca ha ridotto le sue previsioni di crescita globale annuale al 2,9% dal 4,1% di gennaio e ha spiegato che “una crescita modesta probabilmente persisterà per tutto il decennio a causa dei deboli investimenti nella maggior parte del mondo”.