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Egitto come Siria, bagno di sangue senza fine

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IL CAIRO (WSI) – Almeno 38 Fratelli musulmani sono stati uccisi ieri dalle forze di sicurezza egiziane. Lo riferiscono fonti di polizia secondo le quali gli agenti sono intervenuti dopo l’assalto d’un gruppo di Fratelli a un convoglio che stava trasferendo in carcere 45 dimostranti islamici arrestati.

Stando ad altre fonti, l’eccidio sarebbe avvenuto non durante un trasferimento ma già all’interno del carcere nell’ambito di una ”sommossa”. Informazioni contraddittorie anche sulle cause della morte: secondo alcuni dovuta alle armi da fuoco delle forze di sicurezza, secondo altri riconducibile almeno in parte a intossicazione provocata da incendi appiccati nella struttura.

Il ministero dell’Interno del Cairo, in una nota, si e’ limitato ad affermare da parte sua che un numero imprecisato di detenuti ha perso la vita dopo ”aver cercato di scappare” dalla prigione. Senza precisare se con la complicità di assalitori esterni o meno.

E’ di 79 morti il bilancio degli scontri di ieri in Egitto. Lo riferisce il governo egiziano citato dall’agenzia di Stato Mena.

Centinaia pro Morsi vicino palazzo presidenza – Centinaia di dimostranti pro-Morsi si stanno radunando a Piazza Roxy, a pochissima distanza dal palazzo della presidenza egiziana a Heliopolis. La sede del governo è presidiata in forze dai blindati militari e ai checkpoint si segnala la presenza di giovani anti-Morsi armati di bastone. Lo ha constatato l’inviato dell’ANSA.

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IL CAIRO (WSI) – Dopo il massacro di ieri in Egitto va in scena la guerra delle moschee. Dopo un assalto durato ore, tutti i sostenitori del deposto presidente egiziano Mohammed Morsi che si erano rifugiati nell’edificio di al Fatah, nel centro del Cairo, sono stati fatti sgomberare dalla polizia, che tuttavia non avrebbe ancora assunto il totale controllo dell’edificio.

Secondo fonti della sicurezza tuttavia non vi sarebbero più scontri a fuoco nella zona, dopo gli spari contro gli agenti che avevano costretto a sospendere le operazioni di sgombero. A complicare la situazione è stata anche la presenza di una folla di residenti, che chiedeva l’intervento dell’esercito contro i “terroristi” nella moschea: le prime sette od otto persone tratte a forza dall’edificio hanno rischiato il linciaggio.

GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA

17:55 – SIMONI RASSICURA MEDIASET: “TUTTO BENE, MI STANNO LIBERANDO”

17:22 – QUATTRO GIORNALISTI ITALIANI FERMATI
Sono quattro i giornalisti italiani fermati dai militari egiziani oggi durante l’assalto alla moschea Al Fatah del Cairo. «Sono stati identificati e saranno rilasciati a breve e riaccompagnati in albergo», dice all’ANSA Giovanni Toti, il direttore di Studio Aperto e del Tg4, «secondo quanto ci hanno detto ora dall’Unità di crisi e da Palazzo Chigi, con cui siamo in contatto da stamattina dopo aver perso i contatti con la nostra inviata Gabriella Simoni. Mi è stato riferito che oltre ai due di Mediaset, la Simoni e l’operatore Arturo Scotti, sono stati fermati due giornalisti Rai». Anche l’inviata del Giornale Radio Rai, Maria Gianniti, è stata fermata questa mattina dall’esercito egiziano e dopo l’identificazione sarebbe stata ora rilasciata o lo sarà a breve. Conferme in questo senso arrivano all’ANSA dall’ufficio stampa Rai in contatto con la Farnesina. Alla Rai risulta un solo inviato fermato durante la tragica giornata di violenze al Cairo, la Gianniti appunto.

17:15 – DOMANI RIAPRONO LE BANCHE
Le banche egiziane, chiuse da mercoledì scorso a causa delle violenze scoppiate nel Paese, riapriranno domani dalle 9 alle 12. Lo ha annunciato la Banca centrale.

16:49 – “RISTABILITI I CONTATTI CON LA GIORNALISTA DI MEDIASET”
Sarebbero stati ristabiliti i contatti con la giornalista di Mediaset Gabriella Simoni.

16:38 – COMPLETATO LO SGOMBERO DI AL FATAH
La moschea di al-Fatah, in piazza Ramese, al Cairo è stata sgomberata dai manifestanti pro-Morsi che si erano barricati dentro. Lo riferiscono fonti della Sicurezza, secondo quanto riporta la Bbc.

16:35 – MANSOUR: “POPOLO PIU’ UNITO CHE MAI”
’’Oggi gli egiziani sono più uniti che mai’’ ha detto il portavoce del presidente ad interim egiziano Adly Mansour, nel corso di una conferenza stampa.

16:27 – PRESIDENZA: “DA FRATELLI FASCISMO RELIGIOSO”
«Il popolo egiziano è sceso in piazza il 30 giugno contro il fascismo teologico e religioso» dei Fratelli musulmani e del presidente deposto Mohamed Morsi: lo ha detto in conferenza stampa a Heliopolis il consigliere strategico della presidenza ad interim egiziana, Mustafa Hagazy.

16:25 – COLONNA DI FUMO SI LEVA DA PIAZZA RAMSES
Una densa colonna di fumo nero si leva da piazza Ramses al Cairo. Non è al momento possibile determinare l’origine dell’incendio.

16:16 – MINISTRO DEGLI ESTERI INCONTRI 5 AMBASCIATORI DI PAESI ONU
Il ministro degli Esteri del governo ad interim egiziano ha incontrato gli ambasciatori dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Stati Uniti, Russia, Cina, Regno unito, Francia), per discutere dei disordini in corso nel Paese nordafricano. Ne da’ notizia il quotidiano panarabo Al Hayat.

16:07 – PREMIER: “SCONTRI MANIFESTANTI-RESIDENTI, LA POLIZIA NON C’ENTRA”
«Gli scontri in atto in Egitto», a seguito dei quali sono morte centinaia di persone, «non si stanno svolgendo tra la polizia e i manifestanti, ma tra i manifestanti e alcuni residenti» ha spiegato il premier egiziano ad interim, Hazem el-Beblawi, in una dichiarazione alla stampa trasmessa da Al Jazeera. «Noi – ha aggiunto – vogliamo l’armonia e la democrazia nel nostro Paese».

15:48 – PADRE GREICHE: “SALGONO A 49 LE CHIESE ASSALTATE”
Si allunga drammaticamente di ora in ora la lista delle chiese e delle strutture cristiane (ortodosse, cattoliche ed evangeliche) assaltate o bruciate in tutto l’Egitto. Finora si tratta di 49 chiese colpite accertate (la maggior parte di queste bruciate) e decine di attacchi a istituzioni, negozi e case di cristiani. Molti di questi episodi si sono verificati nelle città di Assiut, Minya e Luxor. Lo riferisce il portavoce cattolico, padre Rafic Greiche.

15:25 – AL JAZEERA: “TIRATORI DENTRO IL MINARETO”
Polizia e militari a piazza Ramses al Cairo hanno sparato contro il minareto della moschea al Fatah «contro tiratori piazzati al piani alti»: lo afferma al Jazeera. L’imam della moschea, citato dalla stessa emittente, giura però che «il minareto non è accessibile dall’interno della moschea perché il passaggio è bloccato».

15:20 – MEDIASET: “PERSI I CONTATTI CON LA NOSTRA INVIATA”
Da questa mattina si sono persi i contatti con la giornalista Mediaset Gabriella Simoni. Lo scrive il sito di Mediaset Tgcom 24, spiegando che l’inviata stava seguendo i drammatici avvenimenti di queste ore al Cairo.

15:07 – IL PREMIER BEBLAWI: “NESSUN DIALOGO CON CHI HA MANI SPORCHE DI SANGUE”
«Nessuna riconciliazione è possibile con chi ha le mani sporche del sangue degli innocenti» è il monito ai Fratelli musulmani del premier del governo provvisorio ad interim, Hasem Beblawi.

15:01 – AGGREDITI DUE GIORNALISTI OCCIDENTALI DAVANTI MOSCHEA AL FATAH
Due giornalisti occidentali sono stati aggrediti dalla folla riunita davanti alla moschea al Fatah, al Cairo, al cui interno sono ancora asserragliati decine di sostenitori del deposto presidente, Mohamed Morsi. Lo ha riferito l’emittente Al-Jazeera, secondo cui i due giornalisti, Matt Bradley del “Wall Street Journal” e Alastair Beach “dell’Independent”, sono stati aiutati da alcuni militari che, per motivi precauzionali, li hanno fatti salire su un blindato.

14:47 – PROSEGUE LO SGOMBERO DELLA MOSCHEA AL FATAH
I soldati sparano raffiche di Ak47 contro il minareto e la cupola della moschea al Fatah al Cairo mentre prosegue lo sgombero dei Fratelli musulmani, che vengono sistematicamente picchiati con i bastoni dagli anti-Morsi che affollano l’esterno.

14:12 – IL GRIDO DI UNA DONNA NELLA MOSCHEA: CI UCCIDONO TUTTI
«Aiuto, ci vogliono uccidere tutti, ci vogliono uccidere tutti»: è il grido straziante di una donna dall’interno della moschea al Fatah al Cairo in diretta sulle tv arabe. È saltato il collegamento video

13:50 – 173 MORTI NELLE ULTIME 24 ORE
È di 173 morti il bilancio delle vittime delle ultime 24 ore in Egitto. Lo ha riferito il governo.

13:38- LA POLIZIA SPARA CONTRO IL MINARETO DELLA MOSCHEA
La polizia egiziana sta sparando dai blindati contro il minareto della moschea al Fatah a piazza Ramses al Cairo: lo mostrano le immagini in diretta delle tv arabe.

13:21 – APPELLO DEI FRATELLI MUSULMANI: DIRIGETEVI VERSO LA MOSCHEA
I Fratelli Musulmani hanno invitato i loro sostenitori a dirigersi verso la moschea al-Fath, al Cairo, per «salvare i dimostranti che si trovano all’interno». È quanto si legge sulla pagina Twitter del partito Giustizia e Libertà, il braccio politico della Fratellanza. All’interno della moschea, cinta d’assedio da centinaia di agenti di polizia, si trovano da ieri decine di attivisti islamici che rifiutano l’invito delle autorità a lasciare l’edificio religioso.

13:20 – ARRESTATO IL FRATELLO DI AL ZAWAHIRI
Le forze di sicurezza egiziane hanno arrestato Mohamed al Zawahiri, fratello di Ayman, capo di al Qaeda. L’arresto, ha riferito una fonte della sicurezza, è dovuto al sostegno di Mohamed al Zawahiri alla causa del presidente destituito Mohamed Morsi.

13:13 – LA POLIZIA INIZIA LO SGOMBERO
La polizia ha iniziato l’operazione di sgombero nella moschea al Fatah, al Cairo: le immagini delle tv arabe mostrano gli agenti che hanno aperto la porta e tentano di abbattere il blocco frapposto all’ingresso.

12: 58 – ALLE 15 CONFERENZA STAMPA DI MANSOUR
Il presidente egiziano a interim, Adly Mansour, terrà alle 15 una conferenza stampa. Lo riferisce al Jazira. La conferenza stampa, convocata per «spiegare la situazione» venutasi a determinare nel Paese arabo, dovrebbe essere aperta alla stampa straniera, che sia già accreditata o meno.

12:44 – “IL FIGLIO DEL LEADER DEI FRATELLI MUSULMANI UCCISO NEGLI SCONTRI”
Il figlio di Mohammed Badie, leader spirituale di Fratelli musulmani egiziani, è rimasto ucciso ieri durante gli scontri nei pressi di piazza Ramses al Cairo. Lo riferisce il gruppo sul suo sito ufficiale.

12:12 – IL PAPA PREGA PER LA FINE DELLE VIOLENZE
Il Papa “continua a seguire con crescente preoccupazione le gravi notizie che giungono dall’Egitto e continua a pregare perché cessi la violenza e affinché le parti scelgano la via del dialogo e della riconciliazione”. E’ quanto ha riferito il vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, padre Ciro Benedettini.

12:00 – TAMAROD CHIEDE LA FINE DEGLI AIUTI USA
Dopo aver ottenuto la destituzione del presidente egiziano Mohammed Morsi e la repressione contro i Fratelli Musulmani, Tamarod chiede la fine dell’aiuto finanziario americano e la rottura del trattato di Camp David tra Egitto e Israele. Il movimento di giovani che raccolse milioni di firme contro Morsi ha messo a punto un’altra petizione, riferisce Egypt Independent, affinché, si legge in un comunicato, «l’Egitto riacquisti la propria completa sovranità e il totale controllo sugli affari interni e metta fine ad anni di umiliazione e dipendenza politica».

11:32 – AUDIZIONE ALLA CAMERA DELLA BONINO
Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha autorizzato la Commissione Esteri del Senato a riunirsi, congiuntamente all’omologa commissione della Camera, martedì 27 agosto alle ore 11, per un’audizione del Ministro degli Esteri Emma Bonino sui recenti sviluppi della crisi in Egitto. Lo annuncia una nota del Senato.

11:11 – ARRESTATE OLTRE MILLE PERSONE
La polizia egiziana ha arrestato ieri 1.004 persone, al termine di una nuova giornata di violenze costata la vita ad almeno 80 persone. “Il numero dei membri dei Fratelli musulmani arrestati è arrivato a 1.004”, di cui 558 al Cairo, si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero dell’Interno.

Sangue, sangue e ancora sangue: l’Egitto è sprofondato nell’abisso, i moniti e le condanne della comunità internazionale sono caduti nel vuoto. Nel venerdì di preghiera dopo le stragi di Rabaa e Nahda, con un bilancio ufficiale di oltre 600 morti destinato inesorabilmente ad aumentare, i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi sono tornati nelle strade per il «giorno della collera». E la rabbia si è trasformata in furiosa battaglia, dopo le immagini trasmesse a ripetizione dalle tv panarabe, che hanno mostrato i cecchini mercoledì a Rabaa che sparano sui soccorritori mentre raccolgono i feriti, su giovani ragazze inermi e lontane dagli scontri e dalle barricate. La moschea di Rabaa è stata praticamente distrutta dalle fiamme, un atto «imperdonabile» per i musulmani.

«Gli assassini verranno giustiziati», hanno gridato in migliaia oggi in tutto il Paese, con la guida dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badie, che ha invitato i confratelli a «resistere, fino alla vittoria». Alle prime ore del pomeriggio, così come avevano minacciato, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti: i primi a cadere sono stati i sostenitori di Morsi a Ismailiya, poi a Tanta, Arish, Fayyoum, fino al Cairo, dove si registra il bilancio più drammatico.

I militari hanno sparato sulla folla radunata a piazza Ramses, che si staglia a un paio di chilometri da Tahrir, il luogo simbolo della rivolta contro Mubarak e Morsi, presidiata da 14 carri armati leggeri e decine di blindati della polizia. I dimostranti hanno reagito con il lancio di pietre, poi hanno attaccato e dato alle fiamme un commissariato. Alla fine della giornata sono almeno 42 i morti secondo fonti della sicurezza, 80 secondo i Fratelli musulmani, solo nella battaglia di Ramses. Gli elicotteri militari hanno sorvolato costantemente la piazza, anche a bassa quota: «Ci hanno sparato dagli elicotteri», recitano alcune testimonianze non confermate. Altri dimostranti sono stati uccisi a Zamalek, nel cuore della capitale, dove gli anti-Morsi hanno attaccato le barricate dei Fratelli musulmani sul ponte 15 maggio, costringendo la folla a calarsi dal cavalcavia: diversi quelli che non ci sono riusciti, cadendo nel vuoto. Morti, almeno 10, anche a ridosso di Garden City, a poca distanza dalle ambasciate americana e britannica, dove sono riecheggiati distintamente i colpi delle mitragliatrici. Mentre ad Alessandria i carri armati hanno aperto il fuoco lasciando sul terreno almeno 40 manifestanti. Sull’altro fronte, le vittime da ieri nelle fila delle forze di sicurezza sono 24. A loro vanno aggiunti i 43 agenti uccisi mercoledì.

[ARTICLEIMAGE] «Stiamo combattendo un complotto terroristico dei Fratelli musulmani», ha tuonato il governo provvisorio, invitando la popolazione a stare lontana dal centro, dove verrà ripristinato l’ordine, è l’ultimatum dei militari. E il governo potrebbe promulgare nelle prossime ore la legge marziale in tutto l’Egitto dopo l’escalation di violenze nel Paese, ha riferito un alto responsabile dei servizi di sicurezza. L’instaurazione delle legge marziale equivarrebbe a una dichiarazione di stato di guerra. Fallite le prime mediazioni, l’Europa cerca di far fronte comune per fermare il bagno di sangue. Frenetiche le consultazioni telefoniche oggi tra i leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna, con il premier Enrico Letta che ha esortato a mettere in campo «subito un’iniziativa per l’immediata cessazione di ogni repressione e violenza». Si va verso una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei 28 la prossima settimana a Bruxelles, dove lunedì è già fissato un incontro tra gli ambasciatori dei Paesi membri. Intanto è grande la preoccupazione anche sul Mar Rosso e nelle altre località turistiche, con manifestazioni nel centro di Hurgada. La Farnesina, assieme ad altri Paesi europei, ha sconsigliato i viaggi in tutto il Paese. E cresce l’angoscia anche nella comunità cristiana, bersagliata dalla rabbia degli islamici, con oltre 40 chiese in tutto il Paese razziate e date alle fiamme. L’Egitto è sull’orlo di una guerra civile dagli esiti imprevedibili per il Paese e per tutta la regione. E gli anti-Morsi hanno annunciato da domani una settimana di nuove proteste.
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Nuove manifestazioni di protesta sono attese oggi al Cairo per il “venerdì della rabbia” indetto dal Fratelli musulmani contro l’operazione di polizia lanciata due giorni fa contro i loro sit-in al Cairo, in cui hanno perso la vita quasi 600 persone. Dopo la condanna espressa da numerose capitali, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha lanciato un appello a tutte le parti coinvolte in Egitto, perchè diano prova di «massima moderazione».

Le manifestazioni in programma oggi partiranno da tutte le moschee del Cairo e convergeranno verso piazza Ramsis, stando a quanto precisato su Twitter dal portavoce dei Fratelli musulmani, Gehad el-Haddad. «Nonostante la sofferenza e il dolore per la perdita dei nostri martiri, gli ultimi crimini commessi dai golpisti hanno rafforzato la nostra determinazione a mettervi fine», si legge in un comunicato diffuso dal movimento. Stando all’ultimo bilancio delle vittime di mercoledì scorso, sono almeno 578 le persone rimaste uccise nell’operazione di polizia e nei successivi scontri, mentre più di 3.500 sono quelle rimaste ferite.

ECCO GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA:

11.45 – I FRATELLI MUSULMANI: RESISTERE FINO ALLA VITTORIA
«Il popolo egiziano continuerà la sua resistenza pacifica fino a che i golpisti non se ne andranno»: è il testo di un comunicato della guida dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badie. Intanto, l’esercito egiziano presidia i siti strategici al Cairo, mentre si sta estendendo la chiusura delle strade di accesso al centro della capitale. Si passano i checkpoint solo a piedi, dopo estenuanti controlli.

10.58 – ATTACCHI NEL NORD DEL SINAI, 14 MORTI
È di almeno 14 morti e oltre 60 feriti, in gran parte uomini della sicurezza, – rende noto una fonte della sicurezza all’agenzia di stampa Xinhua – il bilancio degli attacchi condotti nelle ultime 48 ore da militanti contro agenti della polizia e soldati dell’esercito nella città di Arish, nel nord del Sinai.

10.57 – SALE L’ATTESA PER 28 MARCE AL CAIRO
Saranno almeno 28 le marce convocate per le 13.30 odierne dall’Alleanza per la Democrazia e contro il Golpe al Cairo. Tutte, si legge in una nota riportata da al Jazira, si dirigeranno verso piazza Ramses dopo la preghiera del venerdì nelle moschee. «La nostra -afferma la nota- è una rivoluzione pacifica e continueremo a mobilitarci nelle strade senza violenza né sabotaggi che diano ai capi del golpe un alibi per restare al potere». Gli esponenti dell’Alleanza, nella quale trova spazio preponderante la Fratellanza Musulmana, godono dell’appoggio di influenti religiosi, come il sunnita Yusuf al Qaradawi, che ha invitato egiziani e musulmani di tutto il mondo arabo a scendere nelle strade.

10.32 – I MEDICI: RISCHIO EPIDEMIA
In Egitto si sta consumando «un vero massacro senza precedenti per la sua atrocità, compiuta con una grande vergogna verso i civili della stessa popolazione. È un massacro in famiglia». Lo afferma Foad Aodi, presidente di Amsi (Associazione medici stranieri in Italia) e Comai (Comunità mondo arabo in Italia). Con centinaia di morti accertati e un «numero altissimo di cadaveri per terra che non possono essere trasportati dai mezzi di soccorso», avverte inoltre il medico, c’è anche «un grande rischio epidemia». Per questo, i sanitari sul posto «riferiscono che sono stati bruciati numerosi cadaveri».

10.15 – TELEFONATA MERKEL-HOLLANDE
La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande discuteranno a telefono la crisi egiziana alle ore 14.00. Lo ha reso noto una fonte diplomatica. Ieri il presidente francese aveva evocato la minaccia di una «guerra civile» in Egitto e aveva invitato le autorità egiziane a revocare immediatamente lo stato di emergenza.

9.30 – CAIRO, CITTA’ BLINDATA
L’esercito egiziano ha consolidato la propria presenza nel centro del Cairo in vista delle manifestazioni convocate in quello che i Fratelli Musulmani hanno definito il «giorno della collera. I militari hanno rafforzato le posizioni soprattutto nell’area di piazza Tahrir e pressi i ponti sul Nilo. Le vie che conducono alla piazza epicentro della protesta di due anni fa sono state chiuse e occupate dai blindati delle forze armate.

9.13 – RICHIAMATO L’AMBASCIATORE AD ANKARA
Il ministero degli Esteri egiziano ha richiamato il suo ambasciatore ad Ankara per consultazioni. Si tratta di una risposta allo stesso provvedimento preso dal primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, che ieri aveva convocato il proprio inviato diplomatico al Cairo Huseyin Avni Botsali per consultazioni sugli eventi in corso in Egitto. Mercoledì Erdogan e il presidente turco Abdullah Gul avevano definito «assolutamente inaccettabile» la repressione messa in atto dal governo del Cairo dei sit-in pro Morsi e chiesto l’intervento della comunità internazionale per fermare il massacro.

8.45 – LA SFIDA DEI FRATELLI MUSULMANI
I sostenitori del deposto presidente egiziano Mohammed Morsi resisteranno «in modo pacifico» e «fino a quando il golpe svanirà». Parola della Guida Suprema dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie, che nel ´Giorno della rabbia’ ha dichiarato che «il popolo, che manifesta pacificamente nonostante la ferocia che impone il colpo di Stato militare, resisterà fino a quando il golpe svanirà». Badie ha aggiunto che i manifestanti in Egitto sono la prova della resistenza al governo militare e ha affermato che «il falso potere dato all’esercito si riflette nelle crudeli stragi nella moschea di Rabaa al-Adawiyeh e in piazza al-Nahda» al Cairo.

8.00 – LA PRESIDENZA: OBAMA INCORAGGIA LE VIOLENZE
I commenti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sulla situazione egiziana non si basano sui «fatti» e rafforzano i gruppi violenti. Così la presidenza ad interim dell’Egitto, guidata da Adly Mansour, ha contestato la posizione dell’inquilino della Casa Bianca che ha condannato l’uso della forza contro i civili e minacciato di interrompere la collaborazione militare con Il Cairo. L’Egitto sta affrontando «atti di terrorismo che prendono di mira istituzioni di governo e siti vitali, come decine di chiese, tribunali, stazioni di polizia e istituzioni pubbliche e private», si legge in un comunicato della presidenza. «Gruppi armati violenti hanno come obiettivo la perdita di vite umane e le basi della civiltà egiziana, tra cui librerie, musei e giardini pubblici», prosegue il testo. «La presidenza teme che le dichiarazioni (di Obama, ndr) non basate sui fatti possano rafformare i gruppi armati violenti e incoraggiarli nel loro percorso anti-democratico», aggiunge la presidenza

1.42 – L’ALTOLA’ DELL’ONU
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede a tutte le parti la fine delle violenze in Egitto e esorta alla massima moderazione. Lo afferma l’ambasciatore argentino Maria Cristina Perceval. «I membri del Consiglio di sicurezza ritengono sia importante mettere fine alla violenza in Egitto e che tutte le parti esercitino la massima moderazione», afferma l’ambasciatore argentino all’Onu. Il Consiglio si è riunito d’urgenza in seguito all’escalation delle tensioni in Egitto e su richiesta di Francia e Gran Bretagna.

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Macerie ovunque, brandelli di vestiti e tende, un odore acre di fumo e residuo di gas lacrimogeni: è piazza Rabaa, il simbolo della rivolta dei pro-Morsi, il giorno dopo lo sgombero forzato dei manifestanti. Decine di squadre di spazzini, caterpillar, camion, stanno ripulendo quel che resta della “cittadella” dell’Alleanza pro-Morsi dominata dai Fratelli musulmani. Gli islamisti però non si arrendono e tornano in piazza: circa 3.000 persone hanno eretto nuove barricate a Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa, davanti alla moschea di al Iman al Cairo.

Il bilancio ufficiale, fornito dal governo ad interim, in tutto l’Egitto è di 525 morti. I Fratelli musulmani parlano invece di 4.500 morti, 1.000 nei governatorati esterni al Cairo, e hanno ribattezzato Rabaa la «Tiananmen egiziana». «La conta prosegue e anche l’identificazione in tre moschee, tre ospedali e due obitori»: ha annunciato via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad. E oggi si prepara un altro giorno di grande tensione, con i Fratelli musulmani che hanno indetto una nuova manifestazione al Cairo.

ECCO GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA

16.35 – OBAMA: STOP ESERCITAZIONI CONGIUNTE
Gli Stati Uniti cancellano le esercitazioni militari congiunte con l’Egitto “Bright Star” in calendario il mese prossimo. Lo annuncia il presidente Barack Obama, secondo cui «la nostra cooperazione tradizionale non può continuare come sempre dopo quello che è successo». Obama ha poi detto che le autorità egiziane devono rispettare i diritti dei manifestanti. «Gli Stati Uniti – ha affermato il leader Usa – condannano fermamente la violenza e la violenza contro i civili».

16.09 – DOMANI IL VENERDI’ DELLA RABBIA
Il partito Giustizia e libertà (Fjp), braccio politico dei Fratelli musulmani, ha convocato per domani una «grande mobilitazione in tutto il Paese» dopo lo sgombero violento delle piazze Rabaa e Nahda, simbolo dei pro-Morsi al Cairo. Lo annuncia il portavoce Ahmed Rami citato dal quotidiano Masri el Yom.

16.00 – ONU IN CAMPO
Navi Pillay, alto commissario dell’Onu sui diritti umani, chiede un’inchiesta sul comportamento delle forze di sicurezza egiziane negli scontri di mercoledì, che hanno provocato oltre 500 morti.
La Pillay auspica «un’inchiesta indipendente, imparziale, effettiva e credibile sui comportamenti delle forze di sicurezza, e chi verrà riconosciuto colpevole dovrà risponderne».

15.55 – GIZA, ASSALTO AL GOVERNATORATO
Centinaia di sostenitori dei Fratelli musulmani hanno assaltato e dato fuoco al palazzo del governatorato a Giza, in Egitto. Lo ha reso noto la televisione di Stato secondo quanto riferito da Aljazeera. Oggi i Fratelli musulmani avevano convocato nuove proteste, alimentando i timori di possibili nuove violenze. I sostenitori del presidente deposto Mohammed Morsi hanno assalito e dato alle fiamme i due palazzi che sono sede del governo locale. I giornalisti di Associated Press hanno visto i palazzi, una villa in stile coloniale di due piani e un palazzo amministrativo di quattro piani, dati alle fiamme. Gli uffici del governatorato si trovano lungo la strada delle Piramidi lungo la sponda occidentale del fiume Nilo. La televisione di Stato ha attribuito la responsabilità dell’incendio ai sostenitori dell’ex presidente Mohammed Morsi. Le immagini della televisione mostrano entrambe le strutture in fiamme e i dipendenti che vengono evacuati dal palazzo più grande.

15.27 – ATTESO L’INTERVENTO DI OBAMA
Il presidente americano Barack Obama farà una dichiarazione sull’Egitto da Martha’s Vineyard, dove si trova in vacanza. Obama parlerà alle 10.15 locali, ore 16.15 italiane.

14.53 – VERTICE D’EMERGENZA DEI MINISTRI UE
(ANSA) – ROMA, 15 AGO – «È in corso una consultazione permanente con i partner europei. Ed è prevista una riunione del consiglio dei ministri degli Esteri lunedì o martedì». Lo annuncia ad Affaritaliani.it il ministro degli Esteri Emma Bonino, interpellata per un commento sui tragici fatti che stanno insanguinando l’Egitto.

14.52 – CORTEI AD ALESSANDRIA
Dimostranti pro-Morsi stanno dimostrando ad Alessandria d’Egitto. Lo riferiscono fonti sul posto. I manifestanti hanno organizzato un corteo lungo una delle arterie principali della città, portano i ritratti di Morsi e scandiscono slogan contro le Forze armate e il ministro dell’Interno.

14.33 – GIZA E SINAI
Centinaia di dimostranti pro-Morsi hanno attaccato con bottiglie Molotov la sede del governatorato di Giza, al Cairo. L’edificio è in fiamme. Lo riferiscono testimoni. Intanto un poliziotto di 21 anni è stato ucciso da uomini armati ad al Arish, in Sinai. Sconosciuti hanno attaccato un club dei militari nella città, uccidendo l’agente a colpi d’arma da fuoco.

14.25 – REVOCATO IL COPRIFUOCO SUL MAR ROSSO
Il governo provvisorio ha deciso di togliere il coprifuoco nell’area dei resort sul Mar Rosso, nel Sud Sinai. Lo riferiscono fonti. La decisione dell’esecutivo è arrivata dopo la richiesta del ministro del Turismo Hisham Zaazoue affinché «la città di Sharm el Sheikh possa offrire servizi ai turisti». Ieri, il sito Viaggiaresicuri della Farnesina aveva messo in guardia da possibili disagi anche nei resort turistici, in un nuovo avviso per gli italiani in viaggio nel Paese. La decisione del governo, su input del ministro del Turismo, è arrivata proprio per consentire alle località turistiche di garantire i propri servizi ai turisti. La scorsa settimana erano almeno 14.000 i turisti italiani nelle località del Mar Rosso.

14.00 – NUOVE BARRICATE AL CAIRO
Circa 3.000 Fratelli musulmani hanno eretto nuove barricate a Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa, davanti alla moschea di al Iman al Cairo. Lo riferiscono fonti sul posto.

13.35 – LONDRA: PREOCCUPAZIONE
Londra ha convocato l’ambasciatore egiziano per esprimere la sua «profonda preoccupazione» dopo le violenze che hanno provocato più di 500 morti nel Paese e ha chiesto alle autorità di agire «con la massima moderazione». Lo ha annunciato il ministero degli Esteri britannico. «Ieri abbiamo convocato l’ambasciatore egiziano per esprimere la nostra profonda preoccupazione sull’escalation della violenza in Egitto», ha detto un portavoce del Foreign Office.

13.42 – QUATTRO I GIORNALISTI UCCISI
Sono 4 i giornalisti uccisi ieri al Cairo, tra i quali un cameraman di Skynews, due croniste e un collega egiziano. Lo ha denunciato il segretario del sindacato dei giornalisti, Gamal Abdel Rehim, alla Tv di Stato egiziana, chiedendo l’apertura di una inchiesta. I quattro giornalisti uccisi nel corso degli scontri a Rabaa e Nahda, secondo l’elenco fornito da Rehim, sono Mick Dean, SkyNews di 61 anni, Habiba Ahmed, Revue Express Dubai di 26 anni, Ahmed Abdel Gawad, del quotidiano filo-governativo al Akhbar, Mosaab el Shami, fotografo del sito Rasd. Rehim non ha fornito i nomi dei feriti.

13.20 – IL BILANCIO
E’ salito a 525 morti il bilancio delle vittime causate dalle violenze di ieri in Egitto. Lo ha reso noto un portavoce del ministero della Salute. Di questi 43 erano poliziotti.

12.23 – ROMA CONVOCA L’AMBASCIATORE
Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha convocato per il pomeriggio di oggi alla Farnesina l’Ambasciatore egiziano a Roma, Amr Mostafa Kamal Helmy, in relazione ai gravissimi sviluppi della situazione in Egitto ed ai drammatici fatti di violenza verificatisi ieri. Lo rende noto la Farnesina.

11.51 – L’APPELLO DEL PAPA
«Giungono purtroppo notizie dolorose dall’Egitto: desidero assicurare la mia preghiera per le vittime, i loro familiari, i feriti e quanti soffrono», «preghiamo insieme per la pace, il dialogo e la riconciliazione in quella cara terra e nel mondo intero». Così il Papa prima dell’Angelus.

11.30 – LA SFIDA DELLA FRATELLANZA
I Fratelli musulmani hanno indetto una nuova manifestazione oggi, in una piazza a Giza, non lontano da Nahda, una delle piazze simbolo dei pro-Morsi sgomberata ieri. Lo annuncia un comunicato della Confraternita.

11.18 – CHIUSI I VALICHI
Le autorità egiziane hanno chiuso il valico di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, a partire da oggi fino a nuovo ordine.

11.06 – RABAA SVENTRATA
Piazza Rabaa, simbolo della rivolta pro-Morsi, appare letteralmente sventrata: macerie ovunque, colpi di arma da fuoco sui palazzi, la moschea con i segni delle fiamme, centinaia di spazzini al lavoro tra i blindati e i militari della guardia presidenziale che presidiano tutta l’area. Lo ha constatato ANSA sul posto.

10.49 – IL BILANCIO
Un portavoce del ministero della Salute egiziano ha innalzato ulteriormente il bilancio dei morti delle violenze di ieri, portandolo a 421 persone. A questi si aggiungono i 43 poliziotti uccisi, secondo il ministero dell’Interno.

10.41 MAURO: EVITARE GUERRA CIVILE
«L’Italia deve fare tutti gli sforzi possibili per evitare all’Egitto il flagello della guerra civile». Lo ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro parlando a RaiNews in collegamento dalla scuola della marina militare de La Maddalena, in Sardegna.

9.40 – ERDOGAN IN CAMPO
«Coloro che restano in silenzio davanti a questo massacro sono colpevoli tanto quanto chi lo ha compiuto. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu deve riunirsi rapidamente». Lo ha detto il premier turco Recep Tayyip Erdogan sulla repressione delle piazze pro-Morsi in Egitto.

09.00 EMIRATI E BAHREIN
Gli Emirati arabi uniti e il regno di Bahrein dichiarano il loro sostegno all’operazione della polizia e dell’esercito egiziani contro i manifestanti al Cairo e lanciano un appello alla riconciliazione nazionale secondo la «road map» del governo ad interim.

07.00 – “4.500 MORTI”
È di «oltre 4.500 morti il bilancio, la conta prosegue e anche l’identificazione in tre moschee, tre ospedali e 2 obitori»: lo riferisce via Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, dopo lo sgombero delle piazze dei pro-Morsi al Cairo e altre vittime nel Paese. Non è possibile verificare indipendentemente la notizia. «Oltre 1.000 morti si contano negli scontri fuori dal Cairo, in tutto il Paese», aggiunge Gehad El-Haddad. Il bilancio ufficiale, fornito dal ministero della Salute egiziano, è fermo a 278 vittime, tra i quale 43 agenti.

02.00 – LA CITTA’ FANTASMA
Il Cairo spettrale nelle ore centrali del coprifuoco, scattato ieri alle 19: blindati dei militari presidiano le principali arterie intorno ai luoghi considerati strategici, mentre residenti armati di bastoni e machete sorvegliano improvvisati check-point lungo le strade laterali. Completamente isolate le piazze Rabaa e Nahda, così come Tahrir.

LA GIORNATA DI GUERRA

È caos in Egitto. Dopo i raid simultanei lanciati stamattina dalle forze di sicurezza per sgomberare i sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi al Cairo, vere e proprie battaglie di strada sono scoppiate per le strade della capitale e in altre città del Paese. L’ultimo bilancio ufficiale è di 278 morti e 2.001 feriti, soprattutto fra i civili. Vittime anche fra i giornalisti. Tre reporter sono rimasti uccisi: si tratta di un cameraman di Sky News, di una giornalista del gruppo Gulf News e di un reporter del quotidiano di Stato egiziano Al-Akhbar. Numerosi anche i giornalisti feriti, tra cui un fotografo di AP e una fotografa di Reuters. La presidenza dell’Egitto ha dichiarato lo stato di emergenza per un mese e il governo ha imposto, sempre per un mese, il coprifuoco dalle 19 alle 6 di mattina al Cairo e in 10 province. A seguito di questi annunci, nel pomeriggio, il premio Nobel Mohammed ElBaradei si è dimesso da vice presidente.