Economia

E’ ufficiale, interrotti i negoziati tra Unicredit e Mef per la vendita di Mps

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Dopo le indiscrezioni circolate nella serata di ieri questo pomeriggio una nota congiunta di Unicredit e del Tesoro ha confermato la rottura delle trattative tra le parti per la privatizzazione di Mps.

“Nonostante l’impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il ministero dell’Economia comunicano l’interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena” questo il testo della comunicazione di oggi pomeriggio.

Dopo mesi di negoziati il Tesoro ha deciso che non è in grado di soddisfare le richieste di UniCredit per un pacchetto di ricapitalizzazione di Mps del valore di oltre 7 miliardi di euro poiché questo renderebbe un’operazione “troppo punitiva” per il contribuente italiano.

A questo punto le trattative per la cessione della quota del 64% ora in mano al Tesoro tornato al punto di partenza e sembra pertanto inevitabile che verrà richiesta una dilazione per la vendita della partecipazione di maggioranza che, secondo gli accodi presi con la Commissione europea, doveva concludersi entro l’anno.

Contemporaneamente il Tesoro dovrà anche ottenere il via libera da Bruxelles per ricapitalizzare il Monte dei Paschi al fine di riequilibrare i coefficienti patrimoniali risultati insufficienti secondo quanto emerso dagli ultimi stress test, un’operazione che prevede un esborso di 2,5 miliardi di euro.

Fatto questo il governo dovrà pensare ad un piano B per la privatizzazione di Mps visto che sarà improbabile trovare un altro istituto di credito interessato a rilevare la banca toscana.

Nell’immediato ritorna in campo il piano industriale stand alone predisposto dai vertici di Mps che prevede, dopo la ricapitalizzazione della banca da parte dello Stato, la semplificazione delle strutture interne e l’uscita di circa 2500 dipendenti con il ritorno all’utile netto a partire dalla fine del 2022.