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E record per le Ipo Usa. Ma il ritmo potrebbe rallentare nei prossimi mesi

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Il valore delle quotazioni in Borsa negli Stati Uniti ha raggiunto un nuovo record nel secondo trimestre, con 40,7 miliardi di dollari in capitali raccolti da 115 società. Nel periodo le principali quotazioni si sono osservare nel comparto tech, che ha rappresentato oltre la metà dei capitali raccolti. Fra i maggiori nomi, anche l’app cinese Didi (4,4 miliardi) e la app di gaming AppLovin (2 miliardi)

Già nei primi tre mesi del 2021, ha ricordato Renaissance Capital, le Ipo avevano raccolto un flusso record di denaro. E ancora prima, nel 2020, le offerte pubbliche iniziali avevano registrato il loro anno più “caldo” dal 2000, con 61,9 miliardi di dollari di capitale raccolto.

Secondo il professor Jay Ritter della University of Florida, il valore attribuito dagli investitori alle società che si affacciano per la prima volta alla Borsa non è mai stato tanto alto da dopo la bolla delle Dot.com. La valutazione mediana all’Ipo è stata pari a 38 volte i ricavi dell’impresa appena quotata; nel 2000 tale valore era stato pari a 41 volte – ma ci si trovava nel pieno di una bolla finanziaria.

Ciononostante, i ricchi ritorni registrati dall’Ipo per gli investitori nel terzo e quarto trimestre 2020, pari rispettivamente al 33,4% e il 72,8%, ha sostenuto la domanda per le offerte iniziali anche quest’anno.

La media si però raffreddata nei primi due trimestri del 2021, con ritorni medi del 13,5%, nel primo trimestre e del 39,7% nel secondo. “E’ davvero difficile dire cosa succederà in questi mercati, ma se gli investitori non stanno facendo profitti, chiedono prezzi migliori”, ha dichiarato Kathleen Smith di Renaissance Capital, “sono i ritorni il vero motore che guida la macchina delle nuove Ipo”. Le prospettive di mercato più volatili previste per i prossimi mesi, insomma, potrebbero rallentare il ritmo delle nuove quotazioni, che si accompagneranno a pricing più moderati.