Mercati

È la settimana della BCE: ecco come i dazi influenzeranno le decisioni sui tassi

Nella settimana di Pasqua, i fari dei mercati sono puntati sulla BCE. L’istituto di Francoforte si riunirà giovedì 17 aprile per decidere come rispondere alle sfide poste dalla guerra commerciale avviata dal Presidente americano Donald Trump.

Cosa aspettarsi dalla riunione di aprile

Le attese del mercato indicano un taglio dei tassi nell’ordine dei 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi al 2,25% e quello Repo (principale) al 2,4%.

“Come possono cambiare le cose nel giro di poche settimane – ha spiegato Ulrike Kastens, Senior Economist di DWS.  Nell’ultima riunione di marzo, la BCE non aveva escluso una pausa nei tagli dei tassi. Ma ora si trova a dover rincorrere la nuova realtà commerciale. Il significativo aumento dei dazi sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti e l’incertezza associata hanno incrementato notevolmente i rischi al ribasso per l’economia nel 2025, rischi ai quali la banca centrale potrebbe rispondere con un ulteriore taglio di 25 punti base del tasso sui depositi, portandolo al 2,50%”.
Per l’economista di DWS, sebbene nella riunione di aprile non verranno presentate nuove proiezioni su crescita e inflazione, una delle domande chiave della conferenza stampa riguarderà probabilmente l’impatto della politica tariffaria sull’inflazione.
“A nostro avviso, gli effetti disinflazionistici sono stati recentemente rafforzati dal calo dei prezzi del petrolio, ma anche da un aumento dell’offerta di beni originariamente destinati agli Stati Uniti. Vista l’elevata incertezza, non ci aspettiamo cambiamenti nella comunicazione della BCE: dipendenza dai dati e decisioni prese riunione dopo riunione. Nel breve termine non si possono escludere ulteriori tagli dei tassi, anche se lo spazio di manovra resta limitato, non da ultimo a causa del pacchetto fiscale tedesco.
Anche Markets 360, la divisione di BNP Paribas dedicata all’attività di ricerca e analisi sui mercati, spiega che la continua disinflazione e i rischi al ribasso per la crescita dell’eurozona e globale potrebbero spingere la BCE a tagliare i tassi di interesse di 25 pb il 17 aprile.

“Sebbene l’aumento della spesa fiscale, l’aumento dei dazi commerciali e i dati positivi sui prestiti bancari possano essere argomenti per perorare una pausa, riteniamo che l’incertezza sulle prospettive e il recente inasprimento delle condizioni di finanziamento risolvano qualsiasi dilemma politico. Prevediamo ancora che la BCE tagli il tasso di deposito al 2% entro giugno. Il percorso successivo è più incerto e dipenderà dall’entità e dalla durata dei dazi reciproci e dalla potenziale risposta dei decisori politici europei”.

… e per il resto dell’anno

Dopo il taglio di questa settimana, dato per scontato, i mercati prezzano fino a tre tagli per il resto dell’anno, segnalando un tasso sui depositi a fine 2025 fra l’1,5% e l’1,75%. Tagli che potranno avvenire in estate (a maggio non sono in calendario meeting) o in autunno fra settembre e dicembre.

Secondo Henry Cook, Senior Europe Economist di MUFG Bank, l’attenzione immediata della BCE sarà rivolta allo shock sulla domanda derivante dal commercio e dalla fiducia, il fattore attualmente più definito. Ciò supporta la prosecuzione del ciclo di allentamento monetario e un orientamento espansivo (ovvero tassi inferiori al 2%) già nel corso di quest’anno, spiega l’esperto.

Infine, Filippo Diodovich, Senior Market Strategist IG Italia, secondo cui i tagli sono necessari per rilanciare la ripresa economica delle economie del Vecchio Continente.

“La BCE manterrà tuttavia un atteggiamento molto vigile sull’andamento delle variabili macroeconomiche in particolare l’inflazione e cercherà di valutare nei prossimi mesi gli effetti delle nuove politiche commerciali degli Stati Uniti che colpiranno anche l’Europa. Manteniamo le nostre aspettative su una riduzione dei tassi di interesse nell’Eurozona di ulteriori 50 bps nel corso del 2025. Riteniamo possibile quindi che ci possa essere un taglio back-to-back già nella prossima riunione di aprile perché crediamo che sia difficile constatare gli effetti dei dazi sull’economia europea in così poco tempo”.

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