Economia

Doris a Forum Banca: “Se parliamo di extraprofitti, dovremmo parlare anche di extraperdite”

I bilanci delle banche? “La fotografia è bella, il film un po’ meno“. L’ha detto Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum e presidente di Assoreti.

Il banchiere, intervistato oggi dal direttore di Wall Street Italia, Leopoldo Gasbarro, in occasione di Forum Banca, ha detto la sua sulla tassa sugli extraprofitti e sul ricambio generazionale dei consulenti finanziari.

Il commento di Doris alla tassa sugli extraprofitti

Il numero uno di Banca Mediolanum ha evidenziato:

“Se guardiamo la fotografia sicuramente il 2022 è stato un anno molto buono per i bilanci delle banche e il 2023 lo sarà ancora di più grazie proprio al margine di interesse, ossia alla differenza tra il costo della raccolta (quanto si paga sui conti e sui depositi) e quanto invece incasso da mutui, prestiti e da titoli di Stato. Quando si osserva che le banche non hanno alzato i tassi sui conti quando sono più elevati mi verrebbe anche da dire che quando i tassi erano negativi le banche non hanno applicato tassi negativi”.

Doris inoltre afferma di aver esaminato i bilanci delle banche italiane dal 2008 a oggi, sommando i risultati di fine anno di tutti gli istituti di credito:

“Nel 2011, 2012, 2013 e 2016, la somma fa un bel meno, ma meno di miliardi. Quindi se si parla di extraprofitti, dovremmo in teoria parlare anche di extraperdite, cosa che non è accaduta. Gli ultimi anni invece ci sono miliardi di profitti, parecchi miliardi di profitti e 10-12 miliardi di profitti sono tanti? In temi assoluti sì, ma tutto è relativo. Ad esempio se io incasso 1 milione di euro di interessi, se sia tanto o poco dipende da quanto ho investito. Se ho investito 10 milioni ho incassato un bel 10%, quindi un bell’interesse. Se ne avevo investiti 100, ho incassato l’1%, è sempre un milione molto diverso”.

Doris ha poi raffrontato i risultati in base al capitale investito dagli azionisti nelle banche, notando che negli anni positivi, non si è mai arrivati oltre il 9%. La media dal 2008 in poi è l’1%. Inoltre, calcolando il rapporto fra il valore in borsa delle varie banche italiane e il capitale investito, al 31.12.22 le banche italiane (escludendo un paio che non sono banche tradizionali, come anche Banca Mediolanum), il valore era del 51%.

“Quindi le banche italiane valevano al 31.12.22 la metà dei capitali che c’erano investiti. Adesso son salite un po’ ma sono nettamente sotto 100. Quindi ripeto: la fotografia è bella, il film decisamente meno. Poi ci sta che il governo ha bisogno di soldi, le banche stanno avendo un anno favoloso, posso capire che si cerchi di andare a prendere dove ci sono. Però insomma, forse così cattive le banche non sono state in questi anni”.

Il ricambio generazionale dei consulenti finanziari

Doris ha affrontato anche il tema del ricambio generazionale dei consulenti finanziari, ammettendo che è difficile per un giovane convincere una famiglia a fargli gestire i suoi risparmi:

“E’ molto dura prefigurarsi una cosa del genere. Non avrebbero quella statura anche fisica per convincere un risparmiatore a dargli il denaro. Quindi ecco perché tendono a entrare più tardi nella consulenza. Ecco perché l’età dei consulenti è così avanzata”.

Un problema risolto con il progetto Next di Banca Mediolanum:

“L’idea è stata quella di selezionare ragazzi e ragazze neolaureati e di affiancarli a consulenti finanziari esperti, in modo da prendere due piccioni con una fava: da un lato il giovane può aiutare la persona più esperta dandogli una mano con tutte le attività burocratiche (che ahimè sono sempre di più) e con tutte le attività anche di gestione del risparmio più semplici, più basilari, dove non è necessaria l’esperienza ventennale di qualcuno. Quindi liberiamo tempo al senior per andare ad acquisire clienti e aumentare il parco clienti che può gestire. Dall’altra parte il giovane impara un po’ alla volta un mestiere, senza aver l’assillo degli incassi perché nel nostro modello il giovane che entra riceverà una parte delle commissioni del senior banker esperto, percependo un minimo di 25 mila euro nei primi tre anni e ovviamente se il portafoglio crescerà, le sue commissioni cresceranno e così accadrà alle commissioni del giovane, che noi chiamiamo banker consultant”.

In questo modo entrambi i professionisti si aiutano l’uno con l’altro e un domani quando il senior andrà in pensione, ovviamente farà il passaggio della clientela verso il giovane, che a quel punto sarà molto più fluido. Doris racconta:

“Ad oggi noi abbiamo circa 170 abbinati quindi giovani abbinati a dei senior banker. Ne abbiamo altri 130 che a brevissimo andranno a lavorare con altri senior e attualmente stanno facendo un master. E’ vero che sono dei neolaureati, però ovviamente questo è un mestiere molto particolare quindi noi li mettiamo in aula, frequentando un master di circa 6 mesi che li prepara all’esame OCF per diventare consulenti finanziari e iscriversi all’albo. Quindi nel giro di breve tempo avremo 300 banker consultant. Abbiamo già una decina di senior che hanno più di un banker consultant”.

Il successo del progetto non era scontato, visto che le commissioni al junior le paga il senior, rinunciando a una parte dei suoi incassi. Eppure il progetto Next ha avuto successo, al punto che Banca Mediolanum sta pensando di inserire circa 200 consulenti all’anno.