NEW YORK (WSI) – Nelle casse dell’Arabia Saudita ci sono ci sono circa 117 miliardi di dollari di Treasury americani. Un ammontare in netto rialzo rispetto agli 82,7 miliardi di due anni fa, che rende il maggiore esportatore al mondo il dodicesimo maggiore detentore di titoli di stato americani.
Si tratta di una cifra ben lontana dai 1.200 miliardi nella cassaforte della Banca centrale di Pechino o dai 1.100 miliardi di Tokyo, ma si tratta comunque di una posizione di rilievo.
La diffusione dei dati è arrivata dopo una richiesta avanzata dall’agenzia finanziaria Bloomberg, che ha fatto appello al Freedom-of-information-act. Come notano dall’agenzia stampa, si è levato un velo che durava 41 anni, ovvero dalla crisi del petrolio degli anni Settanta. Da quel momento, i dati dei Paesi petroliferi sono stati diffusi per aggregato.
Come fanno notare alcuni analisti, l’ammontare di T bond in mano a Riyad potrebbe essere piu’ alta. Questo per piu’ di un motivo. Prima di tutto perche’ la Banca centrale saudita è accreditata dal Fmi di detenere 587 miliardi di riserve in valuta estera. Di solito, circa due terzi di queste riserve sono possedute dalle Banche centrali in dollari, quindi in forma di Treasury.
Non solo. Sono molti i paesi che detengono il debito americano in alcuni noti paradisi fiscali. E l’Arabia Saudita potrebbe aver seguito lo stesso accorgimento. Ecco perché le Isole Cayman sono il terzo più grande sottoscrittore di Treasury (con 265 miliardi di dollari per soli 60mila abitanti), le Bermuda ne hanno 63 miliardi.