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Deutsche Bank si ristruttura: taglia 18 mila posti ed esce dall’equity

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Tempo scaduto per Deutsche Bank. La prima banca tedesca, nel tentativo ultimo, di lasciarsi alla spalle la profonda crisi che rischia di affondare l’ormai ex fiore all’occhiello della finanza tedesca,  vara il più grande piano di ristrutturazione della sua storia con la soppressione, entro il 2022, di 18 mila posti di lavoro e l’uscita dal mercato azionario globale.

“La ristrutturazione si tradurrà in una riduzione del numero di posizioni equivalenti a tempo pieno di 18 mila entro il 2022, per ridurre la forza lavoro a circa 74 mila persone”, si legge in una comunicato della banca, rilasciato dopo una riunione del suo consiglio di sorveglianza.

Nel maxi piano di ristrutturazione, annunciato ieri con una nota al termine del board, sono state inserite diverse misure, a partire da una riduzione del 40% degli asset allocati in corporate e investment banking e l’uscita dal Global equity, insieme alla creazione di una bad bank in cui saranno trasferiti asset per 74 miliardi di euro. Il piano, si legge nella nota, punta a consentire a Deutsche Bank di concentrarsi e investire nelle sue attività “core”.

Oltre alla cessione degli asset, Deutsche Bank ridurrà la leva finanziaria di 288 miliardi di euro. E’ inoltre prevista l’uscita dalle attività azionarie di trading, concentrandosi su quelle di equity capital market. Le attività principali saranno quelle di banca di investimento, di finanziamento, mercati valutari, consulenza, gestione risparmio e private.

Attraverso queste mosse, il piano punta a consentire a Deutsche Bank di concentrarsi e investire nelle sue attività principali per ritrovare redditività. I costi totali dell’operazione saranno di 7,4 miliardi.

La banca prevede che nel secondo trimestre dell’esercizio in corso subirà una perdita netta di 2,8 miliardi di euro dopo gli accantonamenti stabiliti nell’ambito del piano di ristrutturazione, pari a circa 3 miliardi di euro. Ulteriori oneri di ristrutturazione sono previsti anche nel secondo semestre del 2019.

Per finanziare il piano di ristrutturazione, l’istituto di credito non chiederà un aumento di capitale ai propri soci. Il board, si legge in una nota, ha stabilito che l’attuale livello di capitale è “forte” e che “le attività future possono essere adeguatamente svolte” con una richiesta di capitale più basso. Dopo una consultazione con le autorità di vigilanza, Deutsche avrà un livello di capitale Cet1 minimo del 12,5%.

In un messaggio ai dipendenti l’amministratore delegato Christian Sewing ha scritto:

“Sono consapevole che nel ricostruire la nostra banca stiamo facendo tagli profondi. Personalmente mi rammarico profondamente per l’impatto che questo avrà su alcuni di voi. Nell’interesse a lungo termine della nostra banca, tuttavia, non abbiamo altra scelta che affrontare questa trasformazione in modo decisivo. Solo così potremo costruire sulla nostra storia di lunga data e rendere Deutsche Bank una banca leader ancora una volta”. Sewing indica l’obiettivo di un Rote dell’8% entro il 2022 e aggiunge che il piano servira’ a liberare capitale che verra’ restituito ai soci, che non saranno quindi chiamati a nuove ricapitalizzazioni, per 5 miliardi entro il 2022. Nel piano di Deutsche Bank anche 13 miliardi di investimenti per l’innovazione tecnologica.

Positiva la reazione del titolo in Borsa: nelle prime battute, le azioni segnano un rialzo del 3,1% sul listino di Francoforte.