Economia

Deloitte: per le banche retail la sfida è iniziata

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Tra dieci anni gli istituti bancari saranno dei grandi portali aperti, con una molteplicità di offerte anche in ambiti diversi. Efficienza e rapporto privilegiato con il cliente resteranno punti fermi

di Sandra Riccio

 

Più smartphone e app ma soprattutto un coinvolgimento tecnologico avanzato che possa offrire un valore anche esperieneziale al cliente. È quel che vogliono ormai tutti i clienti delle banche, indipendentemente dal tipo di istituto e dalla sua collocazione sulla cartina geografica.
In ogni parte del mondo, i clienti sono cambiati molto e cambieranno ancora tanto nel prossimo futuro. Riuscire a soddisfare le loro aspettative è una sfida che impegna tuttora molte realtà del mondo bancario, nonostante gli sforzi nella direzione di una maggiore digitalizzazione. Sarà questo uno degli aspetti con cui il retail banking dovrà confrontarsi nel corso del decennio che si è appena aperto.
Cosa resterà tra dieci anni degli istituti retail che ci hanno accompagnato fino a oggi?

Selezione naturale

“Le forze dirompenti che stanno agendo in contemporanea anche sul settore retail daranno vita a una selezione naturale e ciò porterà alla scomparsa di molte banche” afferma Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte – responsabile FinTech che prosegue: “Alla fine di questo processo, le realtà fintech emerse potrebbero diventare gli attori principali del mercato. Gli operatori tradizionali, invece, si troveranno a dover ricalibrare le proprie strategie”. Il panorama sarà profondamente diverso da quello attuale.
Secondo l’esperto di Deloitte, anche sull’onda dell’open banking, le banche retail del prossimo decennio potrebbero assumere il carattere di realtà aperte anche ad attori di settori diversi, diventando così delle piattaforme multi-offerta con proposte che andranno anche oltre la sfera bancaria. “È questa un’ipotesi che si sta delineando” dice Gianturco.

In questo mondo tutto nuovo l’efficienza nel servizio resterà uno dei fattori determinanti che scandiranno la competitività tra le diverse banche rimaste sulla scena del settore.
In futuro queste dovrebbero però rimanere ancora le detentrici privilegiate del rapporto con il cliente. “È un aspetto questo che permetterà di ripensare la value proposition e di servire le esigenze del cliente in modo olistico, supportate da dati e analisi ad hoc, anche grazie ai big data”.
Per quanto riguarda il prodotto e l’innovazione di prodotto, l’attesa è che in futuro il focus ricada sull’aspetto di un maggior benessere finanziario da veicolare al cliente. Questa strada passerà anche attraverso un maggior intreccio tra i servizi di finanziamento, quelli di pagamento e quelli di gestione del patrimonio.

La sicurezza sarà in primo piano.

Tutto questo sarà accompagnato dall’offerta di un’esperienza sempre più curata per il cliente e da una connettività senza soluzione di continuità.
“Su questo il mondo delle banche dovrà investire, riuscendo a proporre un ecosistema composto da app ma anche dalle giuste interfacce dei programmi di volta in volta utilizzati – dice Gianturco -. In questo ambiente ridisegnato dal profondo, il servizio di consulenza, che oggi è un importante asset per le banche, dovrebbe rimanere ancora un importante fattore di distinzione”.

Fintech verso la maturità.

Se il mondo delle banche tradizionali affina le armi per affrontare le nuove sfide, l’ambito del Fintech sta diventando sempre più maturo. È vero che gli investimenti globali nelle start-up bancarie sono quadruplicati dal 2014 al 2018 e hanno raggiunto i 39 miliardi di dollari nel 2019, ma il numero di nuove startup è diminuito e questa tendenza ha caratterizzato gli ultimi quattro anni.
Dall’analisi degli andamenti in corso emerge che l’Asia è la meta preferita dai venture capitalist che puntano su questo settore. Secondo i dati di Venture Scanner, la quota di finanziamento dell’Asia è passata da appena il 9% nel 2014 al 30% nel 2018.
Intanto alcune fintech affermate stanno modificando i propri modelli di business più che in passato, e diversificano le aree geografiche e i segmenti in cui operano. Sfruttando il grande successo della piattaforma di pagamento, per fare un esempio, l’americana Stripe, si è rivolta anche al credito alle piccole imprese.
Indipendentemente da quel che la prossima ondata di fintech porterà in termini di investimenti, modelli di business o normative, le partnership con il mondo bancario tradizionale proseguiranno ancora, portando a nuove innovazioni in tutto il settore.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia