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DEFCON 1, RISCHIO ATOMICO ITALIA PER L’ECONOMIA GLOBALE

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Luca Ciarrocca e’ il direttore di Wall Street Italia

Roma – Il momento e’ drammatico. L’Italia ha ormai creato una situazione da massimo allarme sui mercati internazionali. In tutte le borse e le capitali del mondo e’ oggi chiara la percezione che il nostro Paese sta per provocare una crisi sistemica di proporzioni apocalittiche. Non c’e’ piu’ tempo, la politica e’ troppo lenta, bisogna agire in poche ore, non in pochi giorni. Adesso, subito.

Le dimissioni “a scadenza” del premier hanno fatto infuriare i bond vigilantes. La verita’? Non solo nessuno che abbia in mano le leve del capitalismo globale crede piu’ una sola parola del premier italiano; stavolta dopo gli avvertimenti e’ partita una punizione furiosa sui mercati.

Sono giudicati a rischio gli scenari in gioco, per un motivo semplice, non farebbero che accelerare il default:

a) le dimissioni “posticipate” del presidente del Consiglio a Roma e il prepararsi di una farsa come l’ipotesi di uno scambio alla moscovita (Berlusconi/Alfano o Berlusconi/Letta sulla falsariga di Putin/Medvedev in Russia);

b) un’alternativa di governo in cui possa avere un ruolo lo schieramento dell’ opposizione Pd+Idv+Sel giudicato massimalista e assolutamente inadeguato a governare, per evitare il quale si andrebbe ad un’ipotesi pessima, le elezioni anticipate a gennaio.

Nello stallo i mercati non chiacchierano ma danno voti in tempo reale, cosi’ i rendimenti sui Btp a 2, 5 e 10 anni oggi hanno tutti superato la soglia di massimo pericolo del 7,0%, il punto di non-ritorno dopo il quale Grecia, Irlanda e Portogallo sono andate gambe all’aria. L’Italia pero’ e’ troppo grande per fallire, equivarrebbe a tornare all’ottobre 2008 con lo stesso effetto sui mercati internazionali provocato dal crack Lehman Bothers ma moltiplicato per 100.

La soluzione che il presidente Giorgio Napolitano dal Quirinale dovrebbe pilotare, allora qual e’? Una sola: un governo di transizione, con Berlusconi relegato in Sardegna e reso irrilevante; e con tutte le forze politiche in grado di assumersi questa responsabilita’ storica, impegnate in un accordo istituzionale di “emergenza e coesione nazionale”. Mario Monti e’ la persona ideale per questa durissima e difficile task. Lo scopo di breve termine e’ far uscire il Paese dalla battaglia di trincea in cui e’ precipitato per il crollo dei Btp preludio di un default.

L’obiettivo finale e’ chiaro e perseguibile: traghettare il Paese al voto per la scadenza naturale nel 2013, e in questo anno e mezzo attuare con il decreto stabilita’ tutte le misure richieste da Ue, Bce e Fmi piu’ altri provvedimenti urgenti, giusti ed equi, tenendo conto dell’interesse dei cittadini e delle fasce piu’ deboli. Il terzo compito di un accordo di “emergenza e coesione nazionale” e’ la riforma della legge elettorale. E’ obbligatorio smettere di frodare il popolo italiano con accordi di cartello tra partiti. Una campagna elettorale di due mesi con Berlusconi in campo porterebbe lo spread a 1000 e il tasso dei Btp al 10%.

L’esercito degli Stati Uniti utilizza l’espressione DEFCON (acronimo che sta per Defense Condition) per assegnare il grado di gravita’ a vari scenari politico/militari. Lo scenario DEFCON 1 viene invocato in casi limite in cui la nazione e’ a rischio sopravvivenza (nemmeno il caso della crisi dei missili nucleari a Cuba fece salire cosi’ tanto il livello). Ebbene l’Italia e’ in DEFCON 1, siamo il paese che puo’ mettere a rischio il mondo provocando l’equivalente di un attacco nucleare al sistema economico mondiale, che provocherebbe una Mega Recessione globale.

Esagerazioni? Assolutamente no. Dal 2007 ad oggi WSI ha sempre (purtroppo) delineato con grande anticipo e con chirurgica precisione quel che e’ poi accaduto e sta accadendo. Stavolta possiamo dire con ugual certezza che in queste ore e’ Giorgio Napolitano l’anello debole della catena. Presidente: e’ tempo di prendere decisioni drastiche, storiche, coraggiose. Si assuma la responsabilita’, l’Italia e’ DEFCON 1. Presidente, errare e’ umano, perserverare e’ default.