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Decreto banche: Camera vota fiducia. Niente lista con nomi debitori

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ROMA (WSI) – Il dl banche, quello che disciplina la ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi insieme a probabili interventi pubblici per banche in difficoltà, arriva alla Camera e ottiene la fiducia, con 340 voti a favore e 126 contrari.

Tra le misure più importanti del testo di legge si segnala la tanto discussa black list, quella dei debitori insolventi delle banche che sono state salvate con intervento pubblico. In realtà non è proprio una lista, ma una relazione quadrimestrale che viene inviata al Parlamento in cui sono indicati dal Ministero dell’economia i profili di rischio di chi ha accumulato un debito in sofferenza pari o superiore all’1% del patrimonio della banca ma non i nomi dei debitori.

Altra misura riguarda l’introduzione del limite massimo al corrispettivo per acquistare le azioni rivenienti dal burden sharing, le operazioni di condivisione degli oneri: ciò significa che i rimborsi per i risparmiatori retail delle banche salvate dallo Stato non sforeranno il prezzo di acquisto delle obbligazioni subordinate.

Per ottenere la garanzia dello Stato non occorrerà presentare un piano di ristrutturazione se le passività verranno rimborsate entro 60 giorni e nei casi in cui la concessione della garanzia debba essere approvata in via individuale dalla Commissione europea.

Introdotti anche nuovi criteri per determinare il prezzo delle azioni da attribuire ad azionisti e creditori delle banche quotate soggette al decreto: ciò significa che per evitare sopravvalutazioni per le banche quotate, il valore delle azioni verrà determinato sulla base dell’andamento degli scambi nei 30 giorni di mercato antecedenti.

Nel caso in cui venga sospesa la quotazione per oltre 15 giorni, il valore della stessa sarà il minore tra il prezzo di riferimento medio degli ultimi 30 giorni di negoziazioni e quello stabilito sulla base alla consistenza patrimoniale e sui criteri previsti per le società non quotate.

Infine vengono introdotte novità anche per le famose quattro banche salvate a fine 2015: Banca Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti, ampliando la platea dei risparmiatori che potranno chiedere il rimborso forfettario dal 31 maggio prossimo. Ad accedere al rimborso potranno essere anche i coniugi o conviventi more uxorio e parenti degli obbligazionisti fino al secondo grado di parentela.

Protesta da diversi fronti. Sempre in primo piano le polemiche del M5S, che ieri ha organizzato un sit-in di fronte alla sede di MPS, in piazza Salimbeni di Siena, con cartelli di chiara denuncia. “Fuori i nomi dei grandi debitori”:

Così si leggeva sul sito del blog di Beppe Grillo, dove è stata trasmessa la diretta streaming del sit-in:

“Siamo a Siena per protestare contro questo decreto che loro chiamano “salva-risparmio” e che invece è un assegno in bianco di 20 miliardi in favore di banchieri cui non viene chiesto di pagare nulla per le loro responsabilità. Il governo che dice di non trovare i soldi per il Reddito di cittadinanza e che non riesce a consegnare nemmeno le casette di legno ai terremotati, poi trova subito una cifra enorme per aiutare le banche, ma senza creare le condizioni per una vera stabilizzazione del sistema”.

Critico anche il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani:

“La normativa che la Camera si appresta a varare fra poco in via definitiva, pur non applicandosi oggi alle banche popolari non quotate, presenta per il futuro aspetti pericolosi e, addirittura, inquietanti. Perché mai le azioni di banche che vanno bene dovrebbero, prima o poi, essere valorizzate sulla base anche delle azioni bancarie quotate, con quel che hanno perso in Borsa? Forse, per renderle più appetibili ancora ai fondi speculativi anglosassoni? I fondi dilagano già anche troppo dopo la legge Renzi contro le Popolari. Non hanno certo bisogno di ulteriori aiuti”.