Economia

Debito Pubblico: Tria a caccia di investitori in Asia

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Il prossimo compito del ministro dell’economia Giovanni Tria sarà quello di collocare ordinatamente i circa 400 miliardi l’anno in titoli di debito che permettono allo Stato di funzionare, quindi pagare pensione e finanziare sanità e scuola. Ma dove collocarli per l’appunto?

Un’idea potrebbe arrivare dal curriculum dello stesso ministro alla voce Cina. Nel paese del Sol Levante l’attuale titolare del dicastero di via XX Settembre ha vissuto per molto tempo e ha stretto forti legami a Pechino e Shangai. Come scrive Federico Fubini sul Corriere della Sera, è probabile che vada personalmente in Estremo Oriente nei prossimi mesi per spiegare agli investitori asiatici perché conviene comprare oggi sui buoni del tesoro italiani.

“Sulle scadenze lunghe rendono oltre un punto percentuale all’anno più degli spagnoli, il 13% in più dopo un decennio”.

L’opzione cinese di Tria nasce dalla necessità per il governo di trovare nuovi finanziatori netti considerando che negli ultimi due anni le banche e le assicurazioni italiane hanno ridotto la loro quota di esposizione al debito italiano del 3,6%.

I fondi di investimento nazionali hanno ridotto invece del 2,6%. Le famiglie hanno tagliato di un ulteriore 0,8%, dopo aver già dimezzato l’esposizione dal 2012 e anche gli investitori esteri sono scesi dello 0,4%. Insomma tutti coloro che potevano si sono fatti un po’ più in la.

Sono due però le garanzie che il ministro Tria deve dare agli investitori stranieri: in primis la credibilità necessaria per attrarre, credibilità che verrà provata con la prossima legge di bilancio – la lista di interventi previsti dalla maggioranza è  lunga e sembra plausibile che Tria chieda a M5S e Lega di rivedere alcune promesse o spalmarle negli anni.

In secondo luogo la garanzia che vogliono gli investitori è che il mercato non riservi sorprese che si ripercutono ovviamente sui titoli di Stato. L’esempio è al piano B per l’uscita dall’euro. Riuscirà Tria nel suo intento?