Economia

Debito pubblico, Mazziero: “Crescita continua, occhio alle agenzie di rating”

La situazione del debito pubblico continua a essere uno dei punti focali per il futuro dell’economia italiana. Si tratta di un tema complesso e delicato, che coinvolge anche le principali agenzie di rating. Per fare chiarezza sul tutto abbiamo intervistato Maurizio Mazziero, analista finanziario della Mazziero Research.

Il valore e le proiezioni

L’ultimo valore stimato per il debito dell’Italia è a 2790 miliardi di euro, in crescita forte, come ha spiegato anche l’esperto Mazziero.

“Sul debito pubblico bisogna fare alcune precisazioni importanti, perché in termini assoluti è in crescita mentre in rapporto con il PIL al contrario è in discesa. Su questo aspetto bisogna dire che da un lato il trend discendente è stato favorito dalla maggiore crescita del Paese e dall’altro dall’inflazione elevata. Si tratta di un dato positivo, certo, soprattutto per confrontare la nostra economia con quelle degli altri partner europei e internazionali. Ma bisogna anche tenere conto del robusto e costante aumento del debito in termini assoluti, bisogna ricordarsi che il debito va poi rifinanziato e lo rifinanzi emettendo titoli di Stato su cui poi devi riconoscere dei rendimenti. Quindi in prospettiva ci sarà un aumento della spesa per interessi, che verrà a sua volta finanziata da un aumento delle tasse e un ulteriore crescita del debito. Innescando una vera e propria spirale negativa”.

Capitolo agenzie di rating

L’altro aspetto di assoluta importanza è il giudizio delle agenzie di rating sull’Italia. Un  tema su cui Mazziero ha una view leggermente positiva.

“Le tre principali agenzie di rating (S&P, Moody’s, Fitch) non hanno fatto grosse variazioni sul loro posizionamento di recente. S&P e Fitch in particolare hanno riconosciuto che il nostro Paese ha una buona crescita in questo momento e non hanno causato grosse problematiche. La situazione più critica è la posizione di Moody’s, il cui rating sull’Italia è Baa-3 con un outlook negativo. Si tratta del preambolo al titolo junk food in caso di downgrade. Oggi ci sarà il verdetto con l’annuncio del nuovo rating, ma francamente mi stupirebbe se Moody’s declassasse il Paese a titolo spazzatura. In ogni caso i pericoli, anche se ci fosse questo downgrade, sarebbero pochi. Non basta una sola agenzia di rating per mandarti nel rating speculativo, ce ne vogliono almeno due sulle tre maggiori. Se poi nei prossimi mesi qualcun’altra tra S&P e Fitch dovesse abbassare il rating dell’Italia sarebbe un vero disastro, perché i titoli di Stato passerebbero da investment grad a high yield e potrebbero far scappare via numerosi investitori”.

Insomma, la situazione del debito pubblico resta complessa e da monitorare, con il MEF che ha il delicato compito di agire con accortezza e precisione sulla spesa pubblica. Per evitare che le speculazioni sui conti del Bel Paese prendano piede sui mercati finanziari, innescando un vortice negativo che si ripercuoterebbe a cascata sulla nostra economia.