ROMA (WSI) – Mario Draghi ha motivi per preoccuparsi e ha ragione quando dice che le condizioni dell’economia europea non sono buone. Oggi non stanno arrivando buone notizie dalla seconda e terza economia al mondo e nemmeno dalla locomotiva d’Europa.
Dopo il crollo del Pmi di Hong Kong, sceso ai minimi dal 2009 in agosto e ormai in fase di contrazione da mesi, il mercato deve fare i conti con la delusione per gli ordinativi all’industria della Germania.
Dopo il balzo segnato a giugno, il voltafaccia è netto. Il dato di luglio, comunicato dall’Ufficio Nazionale di Statistica (Destatis) ha registrato un ribasso dell’1,4% dopo il +1,8% rivisto del mese precedente (+2% la prima stima), deludendo di molto le stime degli analisti che avevano previsto un calo dello 0,4%.
Gli ordini dall’estero sono peggiorati del 5,2% mentre quelli domestici sono aumentati del 4,1%. Gli ordinativi da parte dei Paesi dell’Eurozona sono saliti del 2,2% mentre quelli dagli altri Paesi sono scivolati del 9,5%.
Intanto in Giappone le buste paga rimangano stagnanti. Gli ultimi dati sul mercato del lavoro hanno evidenziato un rialzo degli stipendi reali di appena lo 0,3%. Non sono dati sufficienti a rimettere sui giusti binari la terza economia al mondo.
(DaC)