(Teleborsa) – Le piccole imprese italiane (PMI) sono al metro 59 nel “tunnel della crisi”. È quanto emerge da un’indagine di Fondazione Impresa su 1200 piccole imprese alle quali è stato chiesto dove si posizionerebbero se il tunnel della crisi fosse lungo 100 metri. Le piccole imprese in Italia si collocano mediamente al metro 59. Il giro di boa è stato superato ma manca ancora un lungo percorso da fare prima di uscire dalla crisi. Artigianato, Piccola Impresa e Servizi sono – nell’ordine – a 61,3, 60,3 e 59,9 metri. Soffre il Commercio che si colloca solo al metro 56. In termini di macro-aree il Nord Est è in testa quasi al metro 64, poi il Nord Ovest al metro 61,3. Indietro il Centro e il Sud Italia a 57 e 55,5 metri. La ripresa della domanda e degli ordini è per quasi il 64,9% dei piccoli imprenditori intervistati uno degli elementi principali che fanno vedere la fine del tunnel della crisi. Per il 27,7% una situazione economica generale migliore e appena per il 4,3% decisioni istituzionali più incisive. In particolare, nell’agenda delle priorità stilata dai piccoli imprenditori per il governo delle Regioni spicca al primo posto – con un punteggio di 8.6/10 – la necessità di semplificare e rendere più efficiente la macchina pubblica e, con 7,9 punti su 10, quella di sostenere reddito delle famiglie e occupazione. Inoltre, secondo i risultati dell’ “Osservatorio Congiunturale In Italia” elaborato da Fondazione Impresa, i primi sei mesi del 2010 sono stati caratterizzati da andamenti negativi nella produzione/domanda e nel fatturato (flessioni inferiori al punto percentuale) e da un calo consistente dell’occupazione (-2,3%). Il livello dei prezzi ha segnato un incremento superiore a +3%, mentre la propensione ad investire si è attestata attorno al 14%. Nelle previsioni per il prossimo semestre si prevede un incremento della produzione/domanda intorno al punto percentuale ed una crescita del fatturato superiore al +2%. Prosegue, tuttavia, anche nei prossimi sei mesi la contrazione del numero di addetti, anche se in modo più contenuta (-0,6%); il trend dei prezzi dovrebbe risultare meno accentuato (+1,5%) e dovrebbe mantenersi stabile la quota di investitori (13,7%). A livello settoriale le aziende dei servizi hanno accusato le contrazioni più rilevanti rispetto alla seconda parte del 2009, con flessioni della domanda e del fatturato rispettivamente pari a -2% e -1,6%. In questo settore si rileva la crescita dei prezzi più sostenuta (+4,4%), mentre la contrazione di addetti risulta essere la meno negativa (-1,2%).
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