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Criptovalute, nuovo stop dal Giappone: scattano le vendite

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Mattina negativa per le maggiori criptovalute, che perdono terreno dopo che Coincheck, una delle maggiori piattaforme di scambi attive in Giappone, ha comunicato tramite una serie di Tweet di aver bloccato i prelievi dei clienti dopo l’hackeraggio compiuto ai danni della società tra la notte di ieri e le prime ore di oggi per un valore di 58 miliardi di yen in monete digitali Nem.

La società ha inoltre espresso l’intenzione di interrompere le attività di trading di tutte le valute digitali tranne il Bitcoin e di mettere uno stop ai depositi in monete NEM, la decima più grande criptovaluta al mondo per valore di mercato.

Pesanti le ripercussioni sui prezzi delle criptovalute sui mercati: in mattinata, NEM, criptovaluta peer to peer nata il 31 marzo del 2015 che si basa su una piattaforma blockchain, scende del 18 per cento, secondo i dati Coinmarketcap.com. Il Bitcoin segna – 6,8% mentre il prezzo di Ripple cala del 14%.

La flessione delle monete digitali risente inoltre delle dichiarazioni del primo ministro britannico Theresa May che, da Davos dove è tra gli ospiti di primo piano del Word Economic Forum, ha detto che Londra è preoccupata per gli abusi nel mercato del Bitcoin da parte di organizzazioni e gruppi criminali e pertanto la sua amministrazione esaminerà l’uso che viene fatto delle criptovalute.

La Svizzera invece è in controtendenza e punta a diventare una “cripto-nazione”. A “svelare” i piani di Berna è il consigliere federale Johann Schneider-Ammann secondo quanto risulta al Financial Times. E la Svizzera sembra andare proprio nella giusta direzione e avvicinarsi a centrare il suo obiettivo: delle 10 maggiori initial coin offering (ICO) – operazioni di finanziamento con cui le start up raccolgono fondi in cambio di token – quattro hanno usato la Svizzera come base.