Società

Corte europea di Strasburgo: Burqa bocciato nei luoghi pubblici

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Quando in una società, per affermare concetti semplici, elementari e di buon senso, ci si è costretti a rivolgersi ad una “Corte di Giustizia” c’è qualcosa che non va, non funziona oppure non ha mai funzionato e chissà, se mai funzionerà.

Oggi parliamo della decisione della Corte di Strasburgo chiamata a pronunciarsi sull’uso del burqa in luogo pubblico da parte tre donne di fede islamica residenti nel territorio belga.

Queste signore, due cittadine belghe (immagino convertite all’Islam”) e una marocchina hanno lamentato la violazione di presunti diritti fondamentali della loro vita, laddove una norma del Paese che li ospita decidesse che in una sana democrazia debba vietare la circolazione a “volto coperto in luoghi pubblici” che a mio avviso rappresenta invece una norma di assoluto buon senso.

Ad onore del vero già nel 2014 la stessa Corte si era pronunciata in  tal senso respingendo la richiesta di un musulmano di origine pakistana che aveva denunciato il divieto francese di indossare il burqa nei luoghi pubblici considerandolo una violazione del rispetto per la privacy e la libertà di religione. Per questi signori o signore sembra che il diritto a professare la loro religione debba necessariamente scontrarsi non solo con il comune buon senso, ma anche e soprattutto con la necessità di tutti noi di vivere serenamente, sapendo da chi siamo circondati nel frequentare luoghi pubblici.

La Corte ha ribadito quanto contenuto nel diritto francese significando che “la sicurezza pubblica, la parità tra uomini e donne e un certo concetto di “vivere insieme” nella società». 

I giudici, ancora una volta chiamati a pronunciarsi sul buon senso della massaia, dicono ribadiscono la volontà di proteggere la vita dei cittadini quale presupposto fondamentale per il funzionamento di qualunque democrazia.

So bene che non sarà l’ultimo dei ricorsi al riguardo. Mi chiedo soltanto se possiamo ancora pagare dei giudici per occupare il proprio tempo a risolvere temi di questa “complessità”!