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Coronavirus, titoli biotech in orbita: studio del vaccino alimenta ondata di acquisti

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In un mercato azionario caratterizzato da volatilità e prese di beneficio, c’è tuttavia chi sorride. Sono gli investitori che negli ultimi giorni hanno investito a man bassa nelle società biotech Usa. Soprattutto quelle impegnate nello sviluppo di medicine e vaccini per combattere l’epidemia del coronavirus.

Non sorprende dunque, che mentre negli ultimi due giorni, quando i sell-off affondavano Wall Street, i titoli della società Moderna facevano il botto (+30% in due giorni).

La casa farmaceutica statunitense, che sta lavorando sul vaccino per il Covid-19 insieme al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e al NIH, National Institute of Health’s, ha spedito il primo lotto del suo farmaco, sviluppato rapidamente, ai ricercatori del governo degli Stati Uniti, che lanceranno i primi test umani per verificare se il vaccino sperimentale possa aiutare a sopprimere l’epidemia originaria della Cina.

I risultati iniziali potrebbero essere disponibili a luglio o agosto prossimi. E se fosse vero si tratterebbe di un termine record assoluto di 3-4 mesi per lo sviluppo e l’applicazione di un nuovo vaccino.

Sotto i riflettori di Wall Street anche Gilead Sciences, società americana di biotecnologia che ha annunciato di aver avviato due studi clinici per valutare la sicurezza e l’efficacia del suo farmaco remdesivir negli adulti con diagnosi di COVID-19. Un portavoce della società ha spiegato che i due studi in corso in Cina, uno su pazienti con malattia grave e un altro su pazienti con malattia moderata, stanno attualmente arruolando partecipanti. “Prevediamo di avere i risultati ad aprile”, ha affermato il portavoce.

Ma queste sono solo due delle società che stanno febbrilmente lavorando a un rimedio per combattere il virus del secolo. Dietro molte di queste c’è il ‘benefattore’ filantropo Bill Gates. La partnership Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, lanciata al World Economic Forum di Davos nel 2017 da Bill e Melinda, ha infatti il 28 gennaio scorso annunciato il sostegno finanziario alla ricerca dell’antidoto al virus.

Tra le più attive spicca anche Inovio,  che ha già ricevuto 9 milioni di dollari dalla Cepi dopo i 56 milioni ottenuti negli anni scorsi per le ricerche sulla Mers. Il gruppo starebbe studiando alacremente nei suoi laboratori di San Diego un vaccino che, secondo quanto affermato dal suo Ceo Joseph Kim, potrebbe essere testato in Usa e Cina all’inizio dell’estate.