Economia

Coronavirus, l’Ocse rivede al ribasso le stime per l’economia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il coronavirus sta mettendo a rischio la crescita economica globale e azzererà quella italiana nel 2020. Secondo l’Interim Economic Outlook diffuso questa mattina dall’Ocse l’economia globale si trova ad affrontare il suo più grande pericolo dopo la crisi finanziaria. In questo momento, evidenzia l’Ocse, contenere l’epidemia e proteggere le persone è la priorità.

Per prendere atto dell’emergenza coronavirus, l’Ocse ha tagliato di mezzo punto percentuale le sue stime sulla crescita mondiale nel 2020 rispetto a quanto aveva previsto a novembre scorso.
Pertanto, secondo l’organizzazione di Parigi, il Pil globale quest’anno crescerà del 2,4%, contro il +2,9% del 2019.

Per l’Italia la crescita economica è prevista pari a zero nel 2020, una stima ridotta di 0,4 punti rispetto alla precedente stima di novembre. Attesa una moderata ripresa nel 2021 quando la congiuntura del nostro Paese dovrebbe crescere dello 0,5% (stima invariata rispetto a quella formulata a novembre), ma comunque tra le più basse nel panorama delle economie sviluppate.

Secondo l’ufficio studi della CGIA è molto difficile quantificare economicamente l’impatto, anche perché molto dipenderà dalla durata temporale di questa fase emergenziale. Tuttavia, si segnala che nelle settimane scorse il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ipotizzato una “perdita” di qualche decimale di Pil. Se, ad esempio, la ricchezza prodotta dovesse scendere di 0,4 punti percentuali, così come prevedono alcuni istituti di ricerca, il danno economico ammonterebbe a circa 7 miliardi di euro. Una cifra, comunque, puramente indicativa che, è bene sottolinearlo, non è supportata da alcun riscontro statistico.

 

 

 

Per fare fronte a questa situazione secondo l’Ocse è necessario aumentare la liquidità del sistema bancario, assicurare che la politica monetaria  risponda alle estreme condizioni dei mercati e aumentare gli investimenti pubblici.