Economia

Bank of England taglia i tassi dello 0,50%. Ora tocca alla BCE

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Dopo la Federal Reserve, la Bank of England, in una riunione straordinaria, ha tagliato i tassi di interesse di 50 punti base portandoli allo 0,25% e ha annunciato una serie di misure per affrontare i danni a famiglie e imprese dall’emergenza coronavirus.

E’ quanto si legge in una nota dell’istituto centrale britannico, i cui si spiega che la BoE vede in arrivo “uno shock per l’economia” del Regno Unito a causa dell’emergenza Coronavirus anche se “è altamente incerta” la sua dimensione.

L’istituto centrale sottolinea inoltre il rischio di “temporanee ma significative” interruzioni della catena di produzione, oltre a effetti negativi per le famiglie e le aziende, “specie per quelle più piccole”. Lo shok colpirà “sia la domanda sia l’offerta”.

Ora tocca alla BCE. Domani 12 marzo, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea si riunirà per decidere un possibile rafforzamento delle politiche espansive a sostegno dell’economia. Rispetto al 23 gennaio, data dell’ultima riunione del board, la situazione a livello sanitario ed economico appare profondamente mutata. A differenza della Fed, tuttavia, gli spazi per nuovi interventi espansivi sono ben più ridotti.

“La Bce sembra avere le mani legate. Con i tassi già abbondantemente sotto zero (con tutti gli effetti negativi per il sistema che ne conseguono) e gli ostacoli politici a un nuovo Qe creati dal meccanismo della capital key, le munizioni rimaste a disposizione paiono limitate”, ha affermato Marco Piersimoni, Senior Portfolio Manager di Pictet Asset Management. “L’opzione più facilmente percorribile è ad oggi quella di una riattivazione del programma di TLTRO, magari mirato per piccole e medie imprese. Più azzardato – ha proseguito Piersimoni, “sarebbe un eventuale programma di acquisto di obbligazioni bancarie, per le quali sorgerebbe un conflitto di interessi non banale, essendo la Bce l’istituto di vigilanza di ultima istanza per il sistema bancario della regione. Paradossalmente, l’acquisto di azioni delle società dell’Eurozona sembra essere più plausibile nel caso di un aggravamento della situazione”.

Secondo gli analisti di Nordea AMcon una crisi economica su larga scala, la risposta della BCE dovrebbe essere piuttosto aggressiva. Questa la  serie di misure attese secondo gli esperti:

  • Un taglio di 10 punti base del tasso di deposito e un TLTRO con scadenze lunghe per le banche. È probabile che non ci sia una grande richiesta di prestiti da parte delle banche. È presumibile che queste estenderanno la scadenza dei loro finanziamenti.
  • Un rinnovato ma limitato programma di QE con una maggiore credit easing per i Covered Bond e i Green Bond e depositi (facility) per trasferire la liquidità e il rischio di credito delle imprese più piccole.

Sulla stessa linea gli esperti di UBS, che in una nota di ieri scrivevano

“Nei prossimi giorni ci aspettiamo ulteriori tagli dei tassi d’interesse e un’espansione dei bilanci delle banche centrali nelle principali economie, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Eurozona e Giappone in risposta alla diffusione dell’epidemia da coronavirus e ai rischi di contagio dovuti al calo del prezzo del petrolio. Ma l‘efficacia della politica monetaria è ridotta, almeno sul breve termine, dall’impatto del coronavirus sulla crescita economica. A nostro avviso, quindi, si tratta di un cambiamento radicale nella spesa fiscale delle principali economie, che rappresenta la chiave per rafforzare le aspettative di crescita e migliorare la fiducia degli investitori. E se i policy maker sono in grado di scongiurare il contagio e la recessione, c’è spazio per un netto rimbalzo della crescita economica e delle attività a rischio, visti i vantaggi di una politica monetaria allentata e di un prezzo basso del petrolio”.