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Corea del Nord, Putin: Chernobyl a confronto sarà una favola per bambini

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ROMA (WSI) – Una guerra nucleare nella penisola coreana farebbe sembrare l’incidente di Chernobyl una “favola per bambini”. Non ha usato giri parole per fotografare la situazione che si sta delineando fra le due Coree dopo le ripetute minacce di Pyongyang di attaccare gli Stati Uniti il presidente russo, Vladimir Putin. Lui che fino ad oggi ha mostrato solo il lato più duro del suo carattere si è detto “preoccupato per l’escalation della situazione”.

Ad Hannover, durante il suo secondo giorno di visita in Unione europea, si è incontrato con il Cancelliere tedesco Angela Merkel. Lì ha alzato la maschera.

“Ci preoccupa perché noi siamo vicini. Conosciamo bene, perché li abbiamo vissuti da bambini, gli effetti di Chernobyl. C’è oggi un rischio del genere? Certo che c’è – ha continuato -. La tensione non dovrebbe aumentare e io rivolgo un appello generale alla calma”. Putin ha invitato le parti a ”trattare e risolvere i problemi”. Ha poi concluso, osservando che ”gli Usa hanno preso la giusta decisione di fermare un test missilistico. E di questo voglio ringraziarli”.

Secondo diversi osservatori la situazione è tutt’altro che tranquilla. In queste ore la Corea del Nord ha, infatti, deciso di mandare un altro segnale: chiuderà il sito industriale di Kaesong a dieci chilometri dal confine con il Sud anche ai nordcoreani dopo averne impedito mercoledì scorso l’accesso ai sudcoreani.

L’agenzia ufficiale Kcna ha motivato la decisione con le provocazioni di Seul alla dignità nordcoreana. Nel centro industriale operano 123 compagnie sudcoreane per cui lavorano 50mila dipendenti nordcoreani.

Mentre il quotidiano governativo russo, Rossiskaya Gazeta ha scritto che è in corso anche il trasferimento dei diplomatici e dello staff “in un luogo segreto” tra le opzioni che Pyongyang ha offerto alla Russia per evacuare la sua ambasciata, dopo che venerdì scorso il ministero degli Esteri nordcoreano ha avvertito che dal 10 aprile non sarà più in grado di garantire la sicurezza delle delegazioni diplomatiche straniere.