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Copernico Sim, cresce l’attenzione per l’investitore retail

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Andrea Paderni, consulente finanziario di Copernico Sim, spiega la nuova proposta che si adatta al profilo del cliente, lanciata in collaborazione con Anthilia Sgr

Dottor Paderni, Anthilia Sgr e Copernico Sim hanno collaborato nella creazione di un fondo innovativo basato sui principi della consulenza evoluta. Perché Copernico ha deciso di dare il suo contributo?
“La volontà di Copernico Sim era quella di ampliare il proprio portafoglio di fondi sottoscrivibili con uno strumento che incorporasse i criteri della consulenza evoluta su base retail. Da anni offriamo servizi di consulenza evoluta, tuttavia ciò è sempre avvenuto ‘a parcella’ e a partire da rilevanti soglie d’investimento. Pertanto fino a oggi non si è trattato di un servizio accessibile a tutti. Al contrario questo strumento, con una soglia di ingresso di 1.000 euro, non pone barriere di questo tipo”.

Come si compone questo fondo?
“Sono presenti due linee integrate, Anthilia Conservative e Anthilia Equity che vanno a coprire nove asset class; questi due approcci vengono calibrati in base al rispetto dei parametri quantitativi che garantiscono, in termini di rischio e di composizione di portafoglio, una coerenza con i portafogli-modello della consulenza evoluta. Stiamo parlando di nove differenti portafogli-modello che abbiamo elaborato avvalendoci della competenza dei professori Emanuele Carluccio (Università Bocconi) e Ugo Pomante (Università di Roma). In precedenza, lo studio per la composizione di un portafoglio secondo i criteri della consulenza evoluta poteva essere giustificato solo dall’investimento di somme importanti”.

A quale tipo di investitore può adattarsi  questo approccio?
“Una premessa. Da sempre noi di Copernico abbiamo adottato un approccio multibrand che proponesse ai clienti un’offerta variegata, basata sulle loro esigenze e non sull’obiettivo di vendere prodotti pre-determinati. Detto questo, nel caso di questi fondi di Anthilia Sgr i portafogli-modello sono nove, dal più prudente al più aggressivo (quest’ultimo presenta una componente equity al 79%; quello più prudente la limita all’8%). Compresi fra questi due estremi possono rientrare tutti i profili. Peraltro, le percentuali delle due componenti del portafoglio non sono statiche, ma possono essere rimodellate negli anni”.

La vostra partnership con Anthilia Sgr, per quanto riguarda questo fondo, costituisce un’eccezione nel vostro approccio indipendente e “privo di conflitti d’interesse”?
“In realtà, no. Sarebbe così se questo fondo fosse equiparabile a prodotti analoghi offerti da decine di altre sgr e se, nonostante questo, Copernico fosse incentivata a privilegiarlo rispetto a questi ultimi.
L’approccio del fondo di cui stiamo parlando è però diverso e contiene parametri di efficienza che, ahimè, spesso non sono presenti, in particolare in quelli tematici o focalizzati su determinati settori. L’applicazione di un parametro matematico di efficienza nella composizione dei portafogli rappresenta di per sé un elemento di novità. Questo prodotto, comunque sia, resta uno dei tanti che possono essere suggeriti dal consulente non lo consideriamo una panacea contro tutti i mali”.

In un momento in cui la volatilità può fare più paura il lavoro del consulente nell’offrire opzioni d’investimento più varie rispetto al solito mattone  o al titolo di stato si fa più difficile?
“La preferenza verso questi due investimenti esiste ancora. Va detto, però, che in 15 anni di esperienza personale ho visto cambiare questa percezione da parte dei risparmiatori, specialmente negli ultimi tempi.
La clientela di Copernico, in questo senso, è più evoluta, anche perché da sempre l’educazione finanziaria è alla base della relazione con il consulente.
Le domande fondamentali alla base dell’investimento restano le seguenti: ‘Quando posso rientrare in possesso delle mie risorse?’ e ‘Quanto intendo ricavare dal mio investimento?’. L’approccio che privilegia mattone o titoli di stato è focalizzato sull’obiettivo di evitare le perdite, ma non sempre ciò si conforma alle risposte date alle due domande fondamentali. Il lavoro del consulente, nell’educazione finanziaria, non è tanto quello di fornire soluzioni pronte, ma quello di invitare il cliente a porsi le domande giuste”.

Lo stress sui mercati visto negli scorsi mesi ha dato l’opportunità alla consulenza di mostrare il suo valore aggiunto?
“Una situazione come quella attuale, contraddistinta da grandissima incertezza che si traduce in una forte volatilità, porterà un numero crescente di risparmiatori alla ricerca di efficienza nella gestione dei propri risparmi.
Ciò avverrà anche perché è stata acquisita una maggiore consapevolezza su quali siano i reali rischi degli strumenti finanziari che sono stati sottoscritti in precedenza. Pertanto, credo che questa sia una grande opportunità per la consulenza finanziaria affinché possa prendersi lo spazio che merita nel panorama della gestione del risparmio degli italiani”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio-agosto del magazine Wall Street Italia