Economia

Conto corrente: ferme a 90 euro le spese di gestione secondo Bankitalia

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È rimasta stabile a 90,9 euro la spesa per la gestione di un conto corrente. E’ quanto emerge dall’indagine annuale della Banca d’Italia riferita al 2020. Si tratta di un livello analogo all’anno precedente, risultato di due tendenze opposte con le spese fisse cresciute di 4,3 euro a 64,1 euro e quelle variabili diminuite di 4,1 euro; le prime sono state alimentate da alcune commissioni, come il canone di base; le seconde sono diminuite per effetto di una contrazione pressoché generalizzata dell’operatività, da mettere in relazione con l’epidemia di Covid-19.

Conto corrente: in posta e online

Per i conti bancari on line e per i conti postali sono osservabili dinamiche simili in termini di variazione dell’operatività e direzione delle spese variabili; la crescita delle spese fisse è meno pronunciata, cosicché, la spesa di gestione di entrambe le tipologie di conto è diminuita di circa un euro.

La crescita delle spese fisse, si legge nella ricerca, “è attribuibile al movimento della spesa per canoni di base (2,8 euro; 1,6 nel 2019 e 3,9 nel 2018), a sua volta determinato dal maggiore canone (da 53,2 a 56,3 euro)”.

Altri aumenti significativi hanno interessato le “altre spese fisse” (1,3 euro) e le spese per l’emissione delle carte di credito (0,7 euro), entrambi da mettere in relazione con la crescita delle commissioni.

Quelli online si confermano i più economici

Decisamente più bassi il costo di gestione di un conto on line che nel 2020 è stato pari a 21,4 euro, 1,2 euro in meno rispetto all’anno precedente. Il divario di spesa, rispetto ad un conto tradizionale, rileva Bankitalia, è pari a 69,4 euro e “deriva principalmente da una struttura tariffaria più conveniente, piuttosto che dalla diversa composizione del paniere di servizi fruiti”. In particolare la differenza più ampia, pari a 30,9 euro, è legata ai canoni di base.

In calo nel 2020 anche la spesa di gestione di un conto postale, scesa di 1,2 euro attestandosi a 53,0 euro.

Analogamente ai conti convenzionali, si osserva una diminuzione pressoché generalizzata delle disposizioni effettuate, con l’eccezione dei bonifici on line; al contempo, la spesa per il canone di base, che costituisce un capitolo di spesa rilevante anche per questa classe di conti, è aumentata per effetto della maggiore percentuale di clienti tenuti al pagamento del canone.

La spesa dei conti on line si attesta su un livello significativamente inferiore a quello dei conti bancari convenzionali: il divario di spesa, pari a 69,4 euro, deriva principalmente da una struttura tariffaria più conveniente, piuttosto che dalla diversa composizione del paniere di servizi fruiti.

La differenza più ampia, pari a 30,9 euro, si ravvisa nella spesa per i canoni di base e dipende da due fattori: la più bassa percentuale di clienti tenuti al pagamento dei canoni (il 47,5 per cento della clientela on line contro il 70 di quella tradizionale); l’inferiore importo del canone di base pari al 31,9 per cento dei conti convenzionali. Anche la più bassa spesa per l’emissione e la gestione delle carte di pagamento discende dai minori canoni.