Economia

Conte a Davos: “Pil Italiano oltre 1% nel 2019”. Tria: “nessuna manovra correttiva”

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Nel 2019 il Pil italiano crescerà ben sopra l’1% mentre lo spread scenderà di un centinaio di punti base in area 150. Tutto questo grazie grazie all’implementazione del suo piano di riforme, che darà una spinta alla crescita.

Sono le previsioni del premier Giuseppe Conte rilasciate ieri da Davos, dove è in corso il World Economic Forum. In un’intervista all’agenzia Reuters, il presidente del consiglio ha spiegato:

“Lo spread è importante anche per recuperare risorse finanziarie… Siamo a 250 punti, ma sono molto fiducioso che man mano che gli investitori e quindi i mercati finanziari conosceranno le misure, il piano di investimenti, le riforme che stiamo realizzando, lo spread si abbasserò ancora di più”, ha detto Conte. “Noi miriamo a quello”, ha risposto alla giornalista che gli chiedeva se un livello a 150 punti base sia plausibile. Il differenziale tra il bond decennale italiano e quello tedesco oggi all’approssimarsi della chiusura quota 258 punti base

Una view improntata all’ottimismo arriva anche sul fronte economico. In contrasto con il Fondo Monetario che, proprio dalla platea svizzera aveva inserito il nostro Paese tra i rischi per la congiuntura economica globale, Conte ostenta ottimismo:

“Il nostro piano di riforme sarà in primavera che esploderà completamente”, ha continuato il premier, dicendosi “fiducioso e convinto che a fine anno e nel secondo semestre avremo un’accelerazione della crescita incredibile, supereremo di gran lunga quella crescita dell’1% che abbiamo previsto nella nostra legge di bilancio”.

Il target governativo di crescita del Pil per il 2019 è a 1%. Nell’ultimo sondaggio trimestrale di Reuters gli analisti vedono il Pil progredire dello 0,7% quest’anno.

Rassicurazioni sono arrivate anche dal ministro dell’Economia Giovanni Tria che, sempre da Davos, si è detto sicuro di riuscire a rispettare l’obiettivo di deficit al 2,04% del Pil nel 2019, senza alcuna manovra correttiva, nonostante il rallentamento dell’economia.