Economia

Consob, risparmio ed export i punti forti di un’Italia sottovalutata dai mercati

La crescita e il potenziale dell’Italia sono sottovalutati, con il risparmio e l’export come veri e propri pilastri della nostra economia. Questo uno dei messaggi più forti lanciati dal Presidente di Consob Paolo Savona, all’incontro annuale con il mercato finanziario, tenutosi oggi a Milano nella splendida cornice di Palazzo Mezzanotte. Vediamo cosa ha detto nel dettaglio.

La forza del risparmio

Il discorso del Presidente ha fornito un quadro variegato sull’economia italiana. Il primo punto focale del suo speech sono stati i punti di forza del Paese: “Il risparmio, la cui incentivazione e tutela è un valore riconosciuto dalla Costituzione, resta l’oggetto principale dell’attività della Consob volta a contribuire, attraverso un corretto funzionamento del mercato finanziario, alla stabilità economica e sociale di un Paese che invecchia e ha perciò bisogno di incrementare la crescita reale per sostenere il livello di benessere generale raggiunto e migliorarne la distribuzione tra i cittadini“.

L’export e la resilienza

Poi Savona si è spostato sul tema export: “Poiché il nostro modello di sviluppo è del tipo export-led, le esportazioni restano il motore della crescita, ma per poterle sostenere è necessario un contesto internazionale favorevole agli scambi, che nel 2022 ha subito forti turbative a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e delle tensioni politiche tra Stati Uniti e Cina. La sottovalutazione delle nostre capacità di fronteggiare gli shock, che si manifesta nello spread, non può essere individuata nell’insufficienza di competitività delle nostre imprese e di livello del risparmio interno, ma, come viene sovente ripetuto, nell’elevatezza del nostro debito di Stato rispetto al PIL. Ragioni di scambio strutturalmente favorevoli e capienza della nostra ricchezza finanziaria accumulata meritano una valutazione da parte di una ragione scevra di pregiudizi“.

La soluzione alle crypto

Poi si è passati a un tema “spinoso”, che riguarda anche le cryptovalute. Qui Savona ha ribadito l’importanza di adattare la normativa europea in modo tale da rendere più sicuro il settore: “L’irrompere sul mercato delle cryptocurrency e delle piattaforme di loro negoziazione e integrazione con gli strumenti finanziari tradizionali ha accresciuto le difficoltà di trovare una soluzione all’insieme dei problemi che esse pongono alle autorità di vigilanza. In materia sono stati proposti o varati alcuni provvedimenti, ma manca una trattazione congiunta degli strumenti usati e delle sottostanti tecnologie contabili a registro decentrato. Un contributo alla soluzione congiunta del problema passa dall’applicazione di queste tecniche alla creazione di forme nuove di moneta ufficiale – denominate “digitali” o CBDC (Central Bank Digital Currency) – che consentirebbero di escludere l’uso monetario legale delle cryptovalute. La conseguenza dell’introduzione e della diffusione di monete ufficiali a registro veramente decentrato, come la blockchain dei bitcoin, sarebbe di demonetizzare i depositi bancari e indirizzare l’operatività delle banche nell’alveo della gestione del risparmio, senza però privarle della possibilità di continuare le loro prestazioni nel sistema dei pagamenti in regime di concorrenza“.

L’inflazione e i rimedi

“Per ora l’inflazione si è mantenuta fuori linea rispetto alle previsioni avanzate, come ammettono le stesse autorità monetarie, pur insistendo che la loro azione resta orientata al raggiungimento del target del 2% da esse stesse stabilito. Il fatto che i tassi dell’interesse reali siano rimasti sempre negativi conferma che sarà il risparmio finanziario a subire il maggior costo del degrado monetario. La via normalmente ricercata per evitare la depressione innata nell’inflazione e nell’uso degli strumenti con cui viene curata, è quella di accrescere gli investimenti pubblici e sollecitare l’iniziativa privata. Una politica economica che intenda interrompere gli effetti a catena dell’inflazione dovrebbe cercare consenso distinguendo la parte esogena da quella endogena”.

Il piano d’azione necessario

In conclusione, il Presidente dell’Authority ha delineato quale dovrebbe essere il piano d’azione, una strategia in cui la parola chiave è investimento: “Dall’analisi fin qui condotta risulta che nel perseguimento efficace dei compiti affidati dall’ordinamento alla Consob concorre in misura significativa la politica monetaria, dal lato delle quantità e dei tassi dell’interesse che essa ha potere di fissare, e per la stretta relazione che stabilisce con il funzionamento del mercato finanziario. A tal fine è necessario un riesame dell’architettura istituzionale entro cui moneta e finanza si devono muovere, per realizzare l’obiettivo comune di un uso del risparmio finalizzato alla crescita reale; questa è necessaria per affrontare il futuro del Paese nel contesto dell’invecchiamento della popolazione e del sostegno ai programmi di ciclo vitale dei redditi e dei risparmi individuali e familiari come forma di welfare privato compensativo di quello pubblico, costantemente in affanno”.