Economia

Come risolvere problema disuguaglianze: lo spiega l’anti Piketty

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NEW YORK (WSI) – Dopo “Il Capitale nel 21esimo secolo” di Thomas Piketty, un altro libro è destinato a risollevare il dibattito sulla disuguaglianza nell’economia moderna, il titolo: “Disuguaglianza globale: un nuovo approccio all’età della globalizzazione”, ad opera dell’economista serbo Branko Milanovic, della Università della City of New York. L’analisi, per quanto un po’ meno ambiziosa di quella di Piketty, penetra  a fondo nella stessa materia: la definizione delle dinamiche di lungo periodo con le quali la ricchezza tende a spostarsi da una classe sociale all’altra.

Negli ultimi trent’anni, mostrano i dati raccolti da Milanovic, i redditi dei lavoratori che si trovano a metà della distribuzione del reddito globale, quelli dei Paesi in via di sviluppo, ad esempio, sono molto cresciuti; ma, allo stesso tempo, quelli della classe lavoratrice delle economie avanzate sono rimasti stagnanti. Tale fenomeno, in sostanza, ha contribuito a creare una convergenza fra i redditi dei lavoratori di diverse parti del mondo. Secondo Milanovic, però, non appena i gap fra diversi stati vengono colmati diviene più importante la disuguaglianza fra diverse classi, ovvero quella fra ricchi e poveri.

Milanovic ritene che le dinamiche che determinano le disuguaglianze siano circolari. Seguendo lo schema della curva di Kuznets (quella che indica come la disuguaglianza sia propria della fase di sviluppo di una società e comeesenga poi riassorbita una volta raggiunta la maturazione dell’economia) Milanovic ritiene che dagli anni Settanta si sia aperto un nuovo ciclo di radicale cambiamento, analogo alla rivoluzione del 19esimo secolo.

Thomas Piketty
French Economist Thomas Piketty listens to a speech as he attends a meeting of the Left Party and green party representatives prior to the organizing of primary elections on February 3, 2016 in Paris. Copyright @ Afp/Getty Images

 

Gli aspetti peculiari di quest’ultima fase sono noti: il progresso tecnologico, la liberalizzazione progressiva dei commerci; ad essi sono corrisposte come conseguenze la perdita di potere contrattuale dei lavoratori del mondo sviluppato e la possibilità di impiegare sempre più macchine nei processi produttivi. Allo stesso tempo il declino del potere della classe lavoratrice si riflette sul piano politico, perché la classe dominante può pilotare con le proprie risorse i programmi dei canditati politici.

Quand’è che la curva viene invertita e le disuguaglianze tornano a diminuire? La risposta di Milanovic è la seguente: quando la disuguaglianza arriva al punto tale da generare fenomeni sociali di controbilanciamento, non ultimo la guerra. Se per Piketty quest’ultima non aveva alcuna relazione con l’ascese delle disuguaglianze socio-economiche, l’economista serbo, al contrario, ritiene che la polarizzazione della ricchezza attivi in maniera diretta grossi mutamenti come guerre imperialiste, o rivoluzioni. Come ha notato l’Economist, non è chiaro da questa argomentazione quando venga intrapresa la strada della sollevazione popolare e quando quella del conflitto militare esterno.

Fonte: The Economist