Economia

Come i bonus di Draghi fanno aumentare la busta paga

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Il governo Draghi ha varato una serie di bonus, che faranno aumentare la busta paga degli italiani sino alla fine dell’anno. Per far crescere gli stipendi, l’ex numero uno della Bce ha chiesto un contributo diretto da parte delle aziende, laddove fosse possibile.

In questi ultimi mesi del 2022, sono molte le misure che avranno un impatto diretto sulla busta paga dei lavoratori, che diventerà leggermente più ricca. Una delle misure più importanti è lo sgravio contributivo, che dallo scorso mese di luglio è stato portato al 2%. In questi giorni, tra l’altro, l’Inps ha comunicato ai datori di lavoro le istruzioni per applicare questa misura sui prossimi emolumenti, compresa la tredicesima.

Le aziende, inoltre, hanno la possibilità di erogare un contributo diretto ai lavoratori per affrontare il caro bollette. Questo bonus energetico potrà essere inserito nelle voci di spesa indennizzabili come welfare aziendale, fino ad un tetto massimo di 600 euro ogni anno. Con la busta paga di novembre, poi, è previsto l’arrivo del bonus 150 euro.

Busta paga, lo sgravio di ottobre

Nel corso del mese di luglio 2022 è scattato lo sgravio contributivo. Come funziona questo bonus direttamente in busta paga? Lo sgravio contributivo, che si applica sull’aliquota dei contributi a carico dei dipendenti, passa dallo 0,8% al 2%. Questo, in estrema sintesi, significa che, rispetto alla busta paga di giugno, il dipendente risparmierà un ulteriore 1,2%: l’agevolazione arriverà unicamente a quanti abbiano uno stipendio con imponibile lordo inferiore a 2.692 euro al mese, quindi stiamo parlando di un reddito annuo pari a circa 35 mila euro.

Fino a oggi, comunque, alcune aziende non hanno ancora aggiornato le buste paga dei propri dipendenti, perché erano in attesa delle istruzioni da parte dell’Inps, che le ha fornite solo e soltanto qualche giorno fa. Ad ottobre, quindi, l’aliquota contributiva dovrebbe essere aggiornata, con la quota a carico del dipendente che scende dall’8,39% al 7,19% (quella ordinaria è pari al 9,19%). Facendo due conti molto pratici, i dipendenti dovrebbero trovarsi questi aumenti:

  • stipendio pari a 1.000 euro: 12 euro;
  • stipendio pari a 1.500 euro: 18 euro;
  • stipendio pari a 2.000 euro: 24 euro;
  • stipendio pari a 2.500 euro: 30 euro.

Questo aumento vale per ogni singola busta paga, fino alla fine dell’anno. Compresa la tredicesima. I datori di lavoro dovranno versare anche quanto non pagato nei mesi compresi tra luglio e settembre (sono tre mensilità). A diretti interessati dovrebbero arrivare anche le seguenti cifre:

  • stipendio pari a 1.000 euro: 36 euro;
  • stipendio pari a 1.500 euro: 54 euro;
  • stipendio pari a 2.000 euro: 72 euro;
  • stipendio pari a 2.500 euro: 90 euro.

Gli arretrati potrebbero essere pagati in più rate, da ottobre fino alla fine di dicembre.

Bonus 150 euro

Insieme alla busta paga di novembre è previsto l’arrivo del bonus 150 euro. Questo è considerato, a tutti gli effetti, una nuova indennità contro il caro vita. L’importo, ovviamente, è pari a 150 euro ed è esentasse e non pignorabile. Il contributo viene riconosciuto direttamente a quanti hanno uno stipendio lordo inferiore a 1.538 euro.

Ricordiamo che questo contributo viene pagato con la busta paga relativa a novembre, non a novembre. Questo significa che il pagamento potrebbe arrivare anche più tardi, seguendo le politiche adottate dall’azienda per effettuare i pagamenti.

Bonus bollette

Uno dei meriti del governo Draghi è stato quello di introdurre delle soluzioni che danno la possibilità alle aziende di aumentare gli stipendi. In questo caso, però, non si tratta di un obbligo. Ma solo di una possibilità. Le aziende, ad esempio, hanno la possibilità di rimborsare i costi sostenuti dai dipendenti per il pagamento delle bollette di luce e gas a casa. In questo caso viene riconosciuto un vero e proprio contributo esentasse di 600 euro ogni anno.