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Colori Regioni Covid, accordo per dare più peso a ricoveri e meno a contagi

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Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso di accogliere le richieste di alcune Regioni, nelle quali il rialzo dei contagi avrebbe potuto riportare le restrizioni in base ai colori delle regioni per il Covid dalla zona bianca a quella gialla, pur non essendoci una parallela pressione sugli ospedali. Si profila, dunque, una revisione dei parametri per la definizione delle zone di rischio che ridimensionerà il ruolo dell’incidenza dei contagi per dare maggiore peso ai ricoveri.

“In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori“, ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso della riunione organizzata dalla nuova presidenza slovena con i ministri di Germania, Portogallo e Slovenia.

 

Colori regioni, cosa succede con l’aumento dei contagi da Covid

Secondo quanto riportato dal Corriere, non ci sarà alcun cambiamento di colore il prossimo lunedì per le regioni italiane, ma il ritmo dei contagi avrebbe messo in dubbio la permanenza in zona bianca di Sardegna, Sicilia, Veneto, Lazio e Campania, per la settimana successiva.

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi, ha già affermato che con le autorità competenti si sarebbe già raggiunto un accordo per la revisione dei parametri:

“Dobbiamo cominciare a distinguere tra il contagiato e il malato in ospedale: mercoledì, in Commissione Salute, uscirà un documento su cui siamo già d’accordo, in cui chiederemo al governo di togliere l’incidenza dei positivi dai parametri che muovono zone e colorazioni“, ha dichiarato a margine dell’inaugurazione del nuovo pronto soccorso dell’ospedale Martini. “Il rischio è di decidere delle chiusure per gente positiva a casa, quando il sistema sanitario è pienamente efficiente dobbiamo superare il parametro dei 50 contagiati ogni 100 mila abitanti”.

Anche grazie al contributo dei vaccini, l’età media dei contagiati in Italia si è ridotta considerevolmente, concentrandosi in una fascia che solo raramente arriva al ricovero ospedaliero. “Le fasce fascia d’età più colpite sono 10-19 anni e 20-29anni, indice di una popolazione giovanile che contrae di più l’infezione in questa fase. L’età media dei contagiati è infatti di 28 anni”, ha dichiarato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che però ha ammonito “Secondo le previsioni, centinaia di persone sono a rischio ricovero”.