Economia

Cina risponde ai dazi di Trump sostenendo le sue imprese

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Non accenna a placarsi la guerra commerciale intrapresa dal presidente Donald Trump. Ieri il governo cinese ha annunciato l’adozione di un pacchetto di misure di stimolo al fine di sostenere l’economia di Pechino, una politica fiscale più attiva che consiste nell’autorizzazione a dedurre dalle imposte le spese di ricerca e sviluppo per un numero più ampio di imprese.

Inoltre il governo guidato da Li Keqiang ha annunciato anche di voler accelerare il ritmo di emissione di obbligazioni speciali in favore dei progetti infrastrutturali delle collettività locali per un ammontare totale di 1.350 miliardi di yuan per il 2018, insieme ad un pacchetto di finanziamenti da 140 miliardi di yuan annui (17 miliardi di euro) da destinare a 150mila piccole imprese.

Intanto anche l’Europa si muove per rispondere ai dazi di Trump e domani il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker incontrerà il presidente alla casa Bianca. Un tentativo estremo da parte dell’Ue a non inasprire le guerre commerciali in corso e bloccare l’introduzione dei dazi sulle importazioni di auto negli Usa voluti dallo stesso presidente americano.

L’intento di Juncker, come sottolineato anche dalla commissaria al commercio Cecilia Malmström, è quello di cercare una soluzione fuori dagli schemi anche se negli ambienti di Bruxelles prevale un certo pessimismo. Inoltre la Germania si batte per trovare una soluzione no troppo rigida da parte dell’Ue che non irriti ulteriormente il presidente Trump considerando che i nuovi dazi Usa colpirebbero soprattutto l’industria tedesca. L’idea è quella di offrire un azzeramento dei dazi europei sull’auto secondo una formula «creativa» che non violi le regole Wto, come scrive Il Sole 24 Ore. Un’idea che però ha suscitato la riluttanza della Francia, tanto che a margine del G20 finanziario a Buenos Aires dello scorso weekend, il ministro francese Bruno Le Maire ha detto:

“Ci rifiutiamo di trattare con una pistola puntata alla testa”.